Giselle, l’amato balletto, torna ad emozionare dal palco del Teatro Vascello di Roma. Dal 26 febbraio al 3 marzo il pubblico romano potrà così assaporare uno dei balletti più rappresentativi della danza classica.
Un grande classico del balletto si unisce al linguaggio della danza contemporanea per dare vita ad un’originale versione di Giselle. Dopo un lungo tour che ha visto Giselle in scena in tutta Europa, finalmente la compagnia porta in scena questo spettacolo a Roma, al Teatro Vascello, dal 26 febbraio al 3 marzo.
Balletto di Roma ha affidato, nel 2016, questo titolo ai due autori contemporanei Itamar Serussi Sahar e Chris Haring; un doppio remake in cui la tragica trama sapientemente si confonde con gli ingredienti della danza di oggi e con le strutture di pensiero della quotidianità contemporanea, e che non vuole riproporre una Giselle narrativa, ma piuttosto tematica, analizzata nella sua attualità e complessità attraverso i temi cardine della sua vicenda: amore, tradimento e vendetta.
Il primo atto è affidato alla danza materica e intensa di Itamar Serussi Sahar, coreografo che sceglie di approfondire nel primo atto il tema dell’amore e del tradimento, grazie alla sua abilità di tessere relazioni senza la necessità di un palese contatto fisico tra i danzatori, con una danza che porta lo spettatore a vedere con naturalezza un immaginario e traducendo i famosi passi a due e gli assoli di Giselle in una danza che è un invito alla curiosità.
Il secondo atto è assegnato invece a Chris Haring, Leone d’Oro alla Biennale di Venezia 2007 e coreografo della compagnia Liquid Loft (che riunisce, oltre a danzatori, anche artisti visivi e compositori). La sua è una danza multimediale, in grado di creare contemporaneamente mondi reali e fittizi che, tra tecnologie ed espedienti meta-teatrali, perdono il loro naturale confine e mettono in discussione la definizione stessa di realtà: non c’è un confine tra questi mondi, proprio come non c’è tra il mondo dei vivi e delle Willi, e come non c’è una fine all’amore tra Giselle e il principe Albrecht. Ma non è l’amore il tema scelto da Haring per il secondo atto, bensì la vendetta: della rivalsa di una donna su un uomo, ma anche di una vendetta legata al tradimento in generale.
In entrambi gli atti infatti, tutti i danzatori interpretano di volta in volta tutti i personaggi del balletto originale, sottolineando ancora una volta l’universalità della vicenda di Giselle, e del “bisogno di amare e sentirsi amati pur con la paura di essere feriti da chi ci ama”, come afferma la drammaturga Peggy Olislaegers, coordinatrice del team creativo.
A collaborare con i coreografi anche due compositori, Richard Van Kruysdijk e Andreas Berger, che lavorano sullo score originale per aggiungere la traduzione in musica dei movimenti dei danzatori, e anche le loro voci.