Giovanni Truppi pronto per Sanremo: «Porto una canzone d’amore adulta»

Giovanni Truppi
Giovanni Truppi

Tuo padre, mia madre, Lucia è la canzone che Giovanni Truppi interpreterà al Festival di Sanremo 2022: ecco cosa ha raccontato il cantautore napoletano in vista del suo debutto alla kermesse

Tuo padre, mia madre, Lucia è la canzone che Giovanni Truppi interpreterà al Festival di Sanremo 2022. Il brano condensa le caratteristiche di scrittura di Giovanni, la sua inconfondibile capacità di fondere linguaggi musicali diversi e l’inventiva metrica e melodica, mettendole al centro di una nuova sfida musicale: la costruzione di una love song in grado di mescolare ruvidità e sentimento, Lucio Battisti e Vasco Rossi, canzone d’autore e spoken word, classicità e sperimentazione. A dirigere l’orchestra sul palco dell’Ariston sarà Stefano Nanni.

Scritto con la complicità dei suoi due più fidati collaboratori – Marco Buccelli e Giovanni Pallotti – insieme a due firme d’eccezione della canzone italiana – Gino De Crescenzo Pacifico e Niccolò Contessa (I Cani) – il brano è prodotto da Marco Buccelli e Taketo Gohara, coadiuvati da Stefano Nanni a cui è stata affidata la scrittura degli archi. È la prima volta che Giovanni ha un gruppo di lavoro così esteso: il nucleo del brano, nato quasi di getto dalle riflessioni del cantautore campano, è stato coltivato in modo profondo e condiviso tra tutti gli autori del pezzo. Primo brano del cantautore a vedere la luce dopo due anni complicati – per Truppi come per tutti – Tuo padre, mia madre, Lucia parla di scegliersi anche nei momenti difficili della vita e delle relazioni, e approfondisce il modo di vivere un rapporto in età adulta.

Ha parlato di questi aspetti Giovanni nella conferenza stampa di presentazione del pezzo: «Tuo padre, mia madre, Lucia” è una dichiarazione d’amore in inverno. Credo che questa stagione mi venga in mente in relazione alla canzone perché è il momento dell’anno più in sintonia con le sue atmosfere e per il sentimento di cui si parla, che è di quelli che rimangono in piedi anche alla fine di una – metaforica – tempesta di neve, un momento in cui la vita è più aspra e resistono solo le cose forti. Il punto di osservazione è quello dell’età adulta: sia io che Gino e Niccoló non siamo più dei ragazzi e credo che queste parole siano arrivate perché, pur avendo età diverse, tutti e tre abbiamo varcato una soglia. Scegliere una persona vuol dire, nel momento in cui la scelta si fa, prenderla tutta e a prescindere da tutto, perché si sta immaginando il futuro insieme a lei. Questo è l’amore di cui volevamo parlare, che poi è quello delle promesse che si scambiano gli sposi. Infine la dimensione “adulta”, “pubblica” (perché essere adulti vuol dire anche esporsi al mondo esterno) arriva fino all’affollato titolo del brano, dove i personaggi sembrano tre ma in realtà sono ben cinque perché questo padre, questa madre e questa Lucia (che è il nome di mia figlia) sono solo spettatori di una storia e non esisterebbero nemmeno senza i suoi veri protagonisti: i due componenti di una coppia. Sintetizza tante caratteristiche della mia musica e questo mi tranquillizza al pensiero di esibirmi di fronte a milioni di telespettatori».

Giovanni Truppi - Tuo padre, mia madre, Lucia cover
Giovanni Truppi – Tuo padre, mia madre, Lucia cover

Annunciata anche la cover che Giovanni Truppi canterà sul palco dell’Ariston venerdì 4 febbraio: si tratta di Nella mia ora di libertà di Fabrizio De André, eseguita insieme a Vinicio Capossela e nella stessa sera ci saranno degli omaggi a Dalla e Battiato: «Ho conosciuto Lucio Dalla da bambino perché mio zio conosceva qualcuno che lavorava con lui, aveva un vestito con camicione e stelle alla Mago Merlino per il tour di Cambio, avevo meno di 10 anni. Battiato era ascoltato pure lui molto a casa mia».

Tuo padre, mia madre, Lucia verrà poi accompagnata, il 4 febbraio 2022, dalla pubblicazione di una raccolta intitolata Tutto l’universo, un ritratto d’artista attraverso quindici canzoni tra le più rappresentative della carriera del cantautore. «Ho cercato di individuare le canzoni più comprensibili a chi sarebbe approcciato per la prima volta alla mia musica, al mio racconto. Mi è venuto naturale concludere con Scomparire».

Il cantautore ha poi raccontato il suo rapporto con Napoli: «Ci vuole un po’ di coraggio, nel tentativo di innescare dei processi che mi portino a scrivere canzoni ritengo sia necessario andare a scavare. La cultura napoletana e musicale napoletana è fondamentale, l’attitudine di quella scuola, la Napoletan Power, sento di sentirla vicina per l’attenzione che metto nel mio piccolo sulla componente musicale, sull’approfondimento con il mio rapporto con gli strumenti che suono. Mi sento debitore della mia città dello sguardo che Napoli regala al mondo, per chi vive in Occidente non ci sono tanti altri posti che ti possono fare lo stesso regalo. Sono molto legato alle canzoni tradizionali napoletane, al racconto di una storia in un modo antico. Edoardo Bennato, Pino Daniele poi sono per me dei maestri. Ho approfondito per un periodo il linguaggio del jazz con la frequentazione di musicisti».

La prima volta con un’orchestra, il suo parere: «Mi è sempre piaciuto esibirmi e registrare accompagnato solo da uno strumento ma nel corso degli anni ho utilizzato diversi strumenti, per me è naturale fare l’esperimento di suonare con un’orchestra. In Poesia e civiltà ho inserito degli archi, per me sarà una bellissima esperienza. Mi sento soddisfatto di un risultato quando non è evidente il percorso che ho fatto per arrivarci, rispetto ai tanti amori e maestri musicali che ho avuto, sono felice se non è subito chiaro l’accostamento per quella specifica canzone».

Il Festival è sempre stato seguito da lui: «Dalle scuole medie in poi l’ho sempre seguito con interesse e divertimento, a casa mia non prendeva MTV. Negli ultimi anni spesso mi ritrovavo con gli amici, per una decina di anni ho fatto anche l’insegnante di canto e attraverso di loro ho proprio studiato le canzoni del Festival. Perdere l’amore per me è la canzone che rappresenta il Festival».

Giovanni Truppi - Tutto l'universo (foto posata) (foto Mattia Zoppellaro)
Giovanni Truppi – Tutto l’universo (foto posata) (foto Mattia Zoppellaro)

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