Giffoni50, ecco i vincitori del festival, votati dai Generator +16 e +18

Giffoni50 - vincitori
Giffoni50 - i vincitori

I Generator +16 e +18 hanno scelto film e corti vincitori di Giffoni50: un viaggio tra emozioni, fragilità e coraggio

Sotto lo stesso cielo, di fronte allo stesso film, per scegliere quello più intenso, capace di rimanere lì dove il cuore batte ad un ritmo incalzante, i giovani juror del Giffoni Film Festival 2020 hanno decretato i vincitori di Generator +18 e Generator +16. Una selezione che, in questa prima parte di Giffoni50, ha messo a confronto le opere in concorso tra lungometraggi e documentari scelti tra 4500 produzioni provenienti da tutta l’Europa ma anche da Giappone, Corea del Sud, Iran, Canada e Stati Uniti.

I vincitori di Generator +18

È la fragilità di Frieder in Auerhouse (Germania) di Neele Leana Vollmar (nel 2014 aveva presentato a Giffoni The Pasta Detectives) ad aver emozionato e convinto i Generator +18. Quattro giovani amici – Höppner, Frieder, Vera e Cácilia – hanno trovato, sotto lo sguardo scettico dei vicini, un appartamento da condividere e che loro chiamano Auerhaus. I quattro pensano sia terribile che le loro vite sembrino così pianificate. E vogliono aiutare Frieder, che sta pensando al suicidio. Dopo poco Pauline, una piromane conosciuta da Frieder durante una terapia, si unisce al gruppo. Una storia forte, tra fragilità e coraggio, che punta i riflettori sul malessere dell’anima: «Ci ha raccontato un mondo troppo spesso emarginato – ha commentato il giffoner Giosuè – La nostra società vuole inquadrare in canoni prestabiliti le persone che si trovano a fare i conti con la depressione, dimenticandoli. Questo film è per loro, non sono soli». Nella categoria cortometraggi, i Generator + 18 hanno invece fatto trionfare Reflection (Spagna) di Juan Carlos Mostaza: la storia di Clara, una bambina di 9 anni esigente e perfezionista. Nonostante i suoi sforzi e le tante rinunce, ottiene un voto negativo in Educazione Fisica. Intraprende così un percorso di ossessioni e autoinganno che la condurrà a cadere in una fossa senza fondo: l’anoressia.

I vincitori di Generator +16

A conquistare i Generator + 16 la storia di Our Lady of the Nile (Francia, Belgio, Ruanda) di Atiq Rahimi, integrazione e adolescenza nel viaggio di sentimenti ambientato a Ruanda: le ragazze vengono mandate a studiare al Nostra Signora del Nilo, un prestigioso collegio cattolico arroccato su una collina, dove viene loro insegnato a diventare la futura élite ruandese. Con il diploma all’orizzonte, le giovani condividono lo stesso dormitorio, gli stessi sogni e le stesse preoccupazioni adolescenziali. Ma in tutto il paese e all’interno della scuola, il radicato antagonismo tra gruppi etnici diventa sempre più evidente. «Non esistono diversità – ha sottolineato la giurata Simona Questo racconto per immagini ed emozioni è un’opera davvero speciale. I valori e le persone vanno rispettate sempre, ad ogni costo». Nella categoria cortometraggi, i Generator + 16 hanno incoronato vincitore Wilma (Islanda) di Haukur Björgvinsson: un ragazzo incontra per la prima volta suo padre, l’uomo vive in un campo caravan e non sa che il figlio si sente una ragazza e si fa chiamare Wilma.

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