Gauguin, recensione: Cassel intenso, in un film più romantico che veritiero

Vincent Cassel interpreta Gauguin nel film diretto da Edouard Deluc

La recensione di Gauguin, in cui Vincent Cassel veste i panni dell’eccentrico pittore impressionista: una buona fotografia e la magia dell’arte non bastano ad accendere un film che si ferma ad un livello troppo superficiale

Gauguin a Tahiti

Gauguin (Vincent Cassel), sentendosi oppresso dall’atmosfera cittadina di Parigi, decide di partire alla scoperta di luoghi esotici che potranno risvegliare la sua ispirazione. Parte così per Tahiti, dove resterà dal 1891 al 1893, vivendo lontano dai codici morali, politici ed estetici della vecchia Europa. L’artista sfida la solitudine, la povertà e la malattia nella giungla e nella natura primitiva di Tahiti, ma incontra anche Téhura (Tuheï Adams), una giovane del luogo che diventerà sua moglie e la musa che ispirerà i suoi capolavori.

Un artista che fiorisce

La pellicola si sofferma sul primo soggiorno di Gauguin a Tahiti: quei luoghi lo ispirano esattamente come lui stesso aveva immaginato, così l’artista vive un periodo florido dal punto di vista pittorico (e sentimentale) ma sempre povero da quello economico. Peccato però che la sceneggiatura resti in superficie senza mai indagare a fondo l’animo dell’artista, perché di contro le scenografie caratterizzate dalla natura incontaminata e selvaggia sono davvero affascinanti.

Gauguin: Vincent Cassel e Tuheï Adams in una scena del film
Vincent Cassel e Tuheï Adams

Gauguin e la tahitiana

Lontano dalla sua famiglia e ormai separato dalla moglie, Gauguin incontra Téhura e in lei scopre una musa preziosa oltre che una compagna affezionata. È così che la pellicola vira sull’aspetto romantico privando lo spettatore di una qualsiasi profondità. Nessun accenno al fatto che la ragazza nella realtà avesse solo 13 anni (Gauguin e ne aveva invece 43), ma è anche la descrizione dei tormenti dell’artista ad essere carente. La pellicola infatti non riesce – e forse nemmeno prova – a rappresentare le contraddizioni che, con ogni probabilità, hanno contribuito a rendere così speciale l’arte di Gauguin.

Un buon Cassel

Vincent Cassel è credibile nel ruolo di questo artista che ha lasciato il segno nella storia della pittura dell’800. Barba lunga, capelli arruffati e sguardo incuriosito, l’attore per una volta abbandona il suo fascino e i panni del latin lover per mettersi al servizio di un personaggio più complesso. Da apprezzare anche Tuheï Adams, la quale dà vita ad una Téhura affascinante che sembra davvero uscita dai quadri di Gauguin. Buona anche la fotografia, capace di far emergere intensi scambi di sguardi e un occhio privilegiato sul making off delle tele.

Gauguin arriva nelle sale italiane il 17 settembre distribuito da Draka Distribution in collaborazione con Conform e Prism Consulting. Tratto dal racconto illustrato Noa Noa:
The Tahiti Journal of Paul Gauguin, il film è diretto da Edouard Deluc. Nel cast anche Malik Zidi, Pua-Taï Hikutini e Pernille Bergendorff.

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