Compie oggi 80 anni Francesco Guccini, uno dei principali cantautori del nostro patrimonio musicale, uomo libero e controcorrente, amante del paese e della vita d’altri tempi.
«Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti». Scriveva così Cesare Pavese in La luna e il falò e questa frase descrive perfettamente il senso di attaccamento di Francesco Guccini a Pavana, piccolo paese sull’appennino pistoiese, in cui è nato, cresciuto e dove si è rifugiato dopo il ritiro dai concerti avvenuto nel 2017 e la risposta più congeniale quando l’amico Lucio Dalla non comprendeva il motivo per cui non volesse trasferirsi a Bologna.
Compie oggi 80 anni il cantautore più libero e controcorrente in vita che abbiamo nel nostro paese, sempre pronto a dire la sua, ad esporsi politicamente, con la sua ironia e profondità. Allo stesso tempo ha sempre colpito il suo defilarsi dall’immagine di divo, di personaggio pubblico, cercando di mantenere assoluta riservatezza sulla sua vita privata, lontano dalle luci della ribalta.
Non solo cantautore ma anche scrittore di racconti, gialli, fumetti, attore a tempo perso grazie all’amicizia e alla profonda stima che ha nei suoi confronti Leonardo Pieraccioni, ha trovato nella scrittura la sua forza comunicativa, alternando ricordi di infanzia ad episodi storici, con particolare riferimento alla Seconda Guerra Mondiale. Leggendari alcuni personaggi dei suoi brani come il Bertoncelli ne L‘avvelenata, Amerigo, storia del prozio emigrato negli States, il vecchio e il bambino con il racconto del cammino dell’uomo con gli occhi diversi dell’età. Il tema per eccellenza della maggior parti delle canzoni, l’amore, è sempre stato poco trattato da Francesco, anche se ha scritto un capolavoro come Vedi cara, che racconta con poesia e commozione la fine di una storia.
