Fast X, recensione: la Famiglia è chiamata ad una penultima (?) corsa contro il luciferino Jason Momoa

Fast X - Jason Momoa (foto Universal Pictures)
Fast X - Jason Momoa (foto Universal Pictures)

La recensione di Fast X, penultimo (?) capitolo di una saga ormai ventennale: tra Roma, Rio e il Portogallo Vin Diesel, Michelle Rodriguez e il resto della Famiglia affronteranno uno spietato Jason Momoa in cerca di vendetta

Siamo (quasi) giunti alla fine di una corsa lunga più di vent’anni. Fast X dovrebbe infatti rappresentare il penultimo capitolo di una saga capace di incassare oltre 6 miliardi di dollari fino ad ora, e ancora più importante, di ridefinire molto del cinema action degli ultimi due decenni riuscendo di capitolo in capitolo ad alzare sempre più l’asticella dell’assurdo. Questa penultima avventura della Famiglia di Toretto & Co la vedrà confrontarsi con un nemico ancora più pericoloso e spietato che in passato, un nemico che ha un conto rimasto aperto dopo gli avvenimenti di Rio in Fast Five.

Il passato non muore mai

Dom Toretto (Vin Diesel), Letty (Michelle Rodriguez), Roman (Tyrese Gibson), Tej (Ludacris), Mia (Jordana Brewster), Han (Sung Kang) e Ramsey (Nathalie Emmanuel) si stanno godendo la vita dopo gli avvenimenti del film precedente, tra lezioni di guida al figlio di Dom e grigliate in famiglie con Nonna Toretto (Rita Moreno). I peccati del passato però stanno per tornare a cercarli e quando Dante Reyes (Jason Momoa), figlio del boss di Rio da loro rapinato molti anni prima, comincerà a tessere una cospirazione per vendicarsi della morte del padre, nessuno della Famiglia potrà dirsi al sicuro. Tra Roma, il Portogallo, le strade di Rio, quelle di Londra e persino una base segreta in Antartide ritroveranno vecchi nemici come la cyber-terrorista Cypher (Charlize Theron), ma anche nuovi alleati come la figlia del Signor Nessuno, Tess (Brie Larson), Isabel (Daniela Melchior) e il misterioso agente Aimes (Alan Ritchson) oltre a Deckard Shaw (Jason Statham) e sua madre Magdalene (Helen Mirren), senza dimenticare il redento Jacob Toretto (John Cena), il Piccolo Signor Nessuno (Scott Eastwood).

Fast X - Vin Diesel e Daniela Melchior (foto Universal Pictures)
Fast X – Vin Diesel e Daniela Melchior (foto Universal Pictures)

Un capitolo più oscuro

La saga di Fast and Furious è cominciata come un “semplice” heist movie (o film di rapine) che aveva dalla sua la felice intuizione di raccontare il mondo delle corse clandestine a Los Angeles. Pochi personaggi, un rapporto conflittuale al centro della storia tra Dominic Toretto e l’amico/nemico Brian O’Connor, ragazze belle e parecchio toste e un po’ di sano spirito “cazzone” che sembrava provenire dai mai dimenticati anni ’80 erano gli ingredienti dei primi tre film (di cui uno ambientato addirittura a Tokyo), ma già dal quarto si intravedeva la voglia e la necessità di un cambiamento nella formula. È stato proprio con Fast Five che la saga ha cominciato davvero a rendersi conto del proprio potenziale; per alcuni lo ha fatto snaturandosi, per altri invece abbracciando totalmente quell’identità tamarra e spaccona che è sempre stata nel suo DNA, ampliando il numero di location esotiche e città mondiali in cui fare tappa, aumentando sempre di più il coefficiente dello spettacolo e fregandosene letteralmente del ridicolo. Dodici anni e cinque film dopo Fast X è chiamato così a dare continuità al mondo narrativo, con la consapevolezza però di dover offrire la percezione di una chiusura imminente; per questo lo storico sceneggiatore Justin Lin, qui coadiuvato da Dan Mazeau, ha dovuto costruire il film partendo dal suo cliffhanger finale e rinunciando al classico MacGuffin con il quale mettere in moto (letteralmente) la vicenda. Fast X risulta essere quindi un film più cupo rispetto ai predecessori non tanto in termini di tono (che rimane ancora piuttosto leggero grazie anche ai vari comprimari e alle loro interazioni), quanto piuttosto in termini di impatto che quel cliffhanger avrà sul resto dell’evoluzione della saga e, in generale, sul mondo narrativo tutto.

Fast X - Michelle Rodriguez (foto Universal Pictures)
Fast X – Michelle Rodriguez (foto Universal Pictures)

Famiglia e redenzione

Se c’è un tema che il mondo di Fast & Furious ha sempre portato avanti con una certa coerenza è quello della famiglia, ma non solo. In Fast X è forse meno evidente, ma tutta la saga ha a che vedere con il concetto di redenzione, una redenzione che si intreccia inevitabilmente e in maniera inesorabile con la famiglia stessa, punto di partenza e di arrivo di tutte le relazioni che gravitano intorno all’universo di Toretto & company. Persino i fratelli Shaw antagonisti del sesto e settimo capitolo avevano delle ragioni legate alla propria famiglia, in Fast X il Dante Reyes di Jason Momoa elabora un piano elaborato per un debito di sangue legato alla morte del padre e tutti gli obiettivi di trama convergono sulla messa in pericolo o in sicurezza del nucleo familiare. Anche questa volta però, e non ci riferisce a Reyes, la possibilità di redenzione è dietro l’angolo se si è disposti ad accettare le regole auree e sacre della Famiglia, perché in Fast X come in tutti i film precedenti c’è sempre un posto a tavola per chi riconosce e preserva il valore e la sacralità della casa, degli affetti e di un certo modo (anche un po’ reazionario) di rappresentarli. Perché alla fine, tolti gli inseguimenti e messe da parte acrobazie folli ed esplosioni in grado di cancellare un quarto di Roma dal pianeta, il luogo in cui si desidera tornare sempre è in quella casa sulle colline di Los Angeles, davanti ad un bel barbecue e ad una bottiglia di Corona ghiacciata. Solo che stavolta potrebbe non essere così facile.

Fast X - Brie Larson (foto Universal Pictures)
Fast X – Brie Larson (foto Universal Pictures)

Momoa e tutto il resto

Ma quindi com’è questo Fast X? Godibile nel complesso, sicuramente molto più del (brutto) capitolo precedente, nonostante le solite forzature di sceneggiatura e la solita incapacità di gestire al meglio i tanti archi narrativi e, di conseguenza, i tanti personaggi. Se Jason Momoa si prende letteralmente la scena grazie ad un cattivo una volta tanto davvero mefistofelico e con un’abbondante dose di coolness, Brie Larson fatica un po’ di più a causa di un personaggio (quello di Tess) tagliato col machete e che impallidisce rispetto al ben più carismatico genitore, mentre Charlize Theron e Michelle Rodriguez si e ci dilettano con un catfight tra i migliori che la saga abbia mai proposto. È però interessante notare come a questo giro Fast X abbia un po’ toccato il freno dal punto di vista dell’action, o quantomeno della sua assurdità e del suo fattore wow, per cercare di costruire un intreccio un po’ più dinamico e meno formulaico rispetto al passato; il risultato non si può dire pienamente riuscito, ma il tentativo è apprezzabile e dà anche vita ad una sequenza finale forse non così sconvolgente come avrebbe voluto e potuto essere, bensì interessante per le future ripercussioni sul capitolo finale. Se Fast 5 e Fast 7 rimangono ancora i capitoli migliori per distacco e per ragioni diverse questo Fast X ha comunque il merito di rischiare qualcosa in più del solito, cercando l’epicità non soltanto nella confezione patinata e visivamente esplosiva ma nel cuore del racconto, nella sua posta in gioco e nelle paure dei suoi personaggi, stavolta mend invincibili del solito. Probabilmente non basta per gridare al miracolo, ma la strada è un po’ meno tortuosa che in passato; tutto quello che si deve fare è allacciare le cinture e godersi questa (forse) penultima corsa, un quarto di miglia alla volta.

Fast X. Regia di Louis Leterrier con Vin Diesel, Michelle Rodriguez, Tyrese Gibson, Ludacris, Jordana Brewster, Sung Kang, Nathalie Emmanuel, Rita Moreno, Jason Momoa, Charlize Theron, Brie Larson, Daniela Melchior, Alan Ritchson, Jason Statham, Helen Mirren, John Cena e Scott Eastwood, in uscita domani 18 maggio distribuito da Universal Pictures.

VOTO:

Tre stelle

 

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