Escape Plan 2, recensione del sequel flop con Stallone

Escape Plan 2 Locandina

Escape Plan 2, al cinema il sequel del film del 2013, con una sceneggiatura debole e un montaggio incomprensibile, interpretato da uno Sly spento e svogliato.

A volte ritornano… purtroppo

Escape Plan 2 – Ritorno all’inferno è lo stanco sequel del precedente lungometraggio del 2013 in cui ritroviamo Ray Breslin (Sylvester Stallone) che anni dopo l’evasione dalla Tomba, prigione apparentemente inespugnabile, ha formato una squadra con la missione di testare carceri di massima sicurezza. Quando Shu Ren (Huang Xiaoming), pupillo prediletto a cui fa da mentore, viene rapito e recluso in una prigione labirintica e altamente tecnologica dal nome evocativo, Ade, Breslin insieme al resto del team escogita un piano per recuperarlo, ma deve prima confrontarsi con una vecchia conoscenza che pretende un regolamento di conti per un torto subìto in passato.

Dal prison movie al videogame

In questo secondo capitolo (di una purtroppo già confermata trilogia) assistiamo a un cambio di rotta: se infatti nel film precedente l’ambientazione era all’incirca una fedele ricostruzione degli action movie cult degli anni ottanta (probabilmente in omaggio a Sly, basti pensare a titoli come Sorvegliato speciale), qui si respira aria di pura fantascienza con scene che sembrano estratte da un vero e proprio videogioco futuristico. Luci psichedeliche, raggi laser e scosse elettriche sono le protagoniste indiscusse, che nel tentativo di catturare lo sguardo dello spettatore, riescono però a ottenere il risultato opposto annoiandolo e mettendone a dura prova la resistenza oculare.

Una scena del film
Una scena del film

Tanta confusione e poca sostanza

Una trama debole e per certi versi scontata, trascina un’ora e mezza di confusi e rocamboleschi montaggi alternati, che cercano a tutti i costi di dar vita a un climax spettacolare che non arriva mai, generando invece uno stato di spaesamento, che a volte non permette persino di riconoscere protagonisti e accadimenti delle scene che via via si vanno consumando. Il tutto accompagnato da dialoghi scadenti, intrisi di luoghi comuni e frasi fatte, discorsi motivazionali pretenziosi e banali che non riescono minimamente ad aggiustare il tiro di un plot soporifero e incomprensibile.

Dalla Cina con furore

In Escape Plan 2 non ritroviamo più il duetto Stallone-Schwarzenegger, la mitica coppia del primo lungometraggio che aveva ingolosito numerosi nostalgici fans, che qui scoppia per dare maggiore spazio al mercato orientale. Infatti questo secondo capitolo è una co-produzione americana e cinese che ha determinato la scelta di relegare Sly a personaggio secondario, forse a ragione vista la svogliata performance che lo rende la spenta parodia di se stesso, lasciando il timone al modello e attore cinese Huang Xiaoming, già visto in Ip Man 2, che si esibisce con naturalezza in ardite acrobazie che richiamano il cinema di Bruce Lee. Praticamente inesistente Dave Bautista, che nonostante campeggi su tutte le locandine insieme a Sly e venga menzionato come co-protagonista, ricopre un ruolo veramente insulso e marginale.

Escape Plan 2 diretto da Steven C. Miller, con Huang Xiaoming, Sylvester Stallone, Dave Bautista, Jaime King, 50 Cent, Jess Metcalf, Wes Chatham e Titus Welliver, è nelle sale dal 22 agosto, distribuito da M2 Pictures.

VOTO:

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci qui il tuo nome