Viktor Bojinov nel film Elevazione crea un perfetto equilibrio dall’intreccio di tragedia e commedia. Nella Bulgaria del 1872 il regista racconta come l’energia e l’entusiasmo iniziale, alla fine, possano rivelarsi solamente un illusione.
Il sogno iniziale
Nella Bulgaria dominata dall’Impero Ottomano nascono piccoli gruppi rivoluzionari, di cui fanno parte Gicho (Aleksandar Aleksiev) ragazzo che lotta per realizzare il sogno di vedere finalmente libero il suo Paese, e Asencho (Stoyan Doychev) ingenuo e cleptomane, che lo accompagna ovunque. Dopo una rapina a un convoglio turco ai due fedeli combattenti viene affidata una missione: trovare Levski, leader rivoluzionario, e consegnargli una misteriosa lettera. Il viaggio diventa un’avventura che va dalla tragedia alla commedia, tra forti ideali rivoluzionari, episodi di brigantaggio, intrighi e persino tradimenti.
Legami distratti
Quello che contraddistingue Gicho e Asencho è proprio la spinta verso la causa rivoluzionaria. Gicho fa della liberazione della Bulgaria la propria ragione di vita, non sopporta le persone che vivono nell’ignoranza, certe che saranno per sempre dominate dai turchi. Asencho crede a qualsiasi cosa gli venga detta, ruberebbe tutto ciò che è nel suo raggio visivo e sembra sempre pronto a consigliare a Gicho di tornare a casa. Gicho è serio, istruito e determinato, Asencho è buono, dolce e inesperto. Sarà proprio la loro diversità a trasformare il loro compito in un viaggio attraverso se stessi, alla ricerca della conoscenza e dell’identità, capendo che si può essere amici, e non solo compagni.

Una prigione che forse può rendere liberi
Il regista Viktor Bojinov mostra paesaggi straordinari con riprese dall’alto e panoramiche: colline, montagne e alberi ricoperti di neve. Lo stesso luogo viene poi ripreso d’estate: prati color verde smeraldo, alberi dalle folte chiome e una ricca vegetazione. Inquadrature che trasmettono vastità, immensità e soprattuto libertà (tema centrale del lungometraggio), creando un bellissimo contrasto con il senso di oppressione e prigionia che vivono Gicho, Asencho e gli altri personaggi della storia: incatenati nella loro terra, da un impero, da una convinzione, da un’inconsapevolezza e, come Gicho ripete spesso durante il film, dall’ignoranza. Lo stesso Gicho però finisce per essere prigioniero di un ideale, come se nella sua vita non ci fosse spazio per altro.
Immagini sfocate
Nel viaggio di Gicho e Asencho, la realtà diventa a entrambi sempre più chiara e deludente. Arrivano a chiedersi se la loro idea di libertà e rivoluzione diverrà mai reale e concreta, o se rimarrà solo teorica. Ognuno di loro trova una risposta diversa, amara, con tante convinzioni che vengono messe in dubbio. Il finale, dopo quasi due ore e mezza di film, (troppe per ciò che vuole raccontare), è forse un po’ scontato, considerando che in parte si tratta di fatti storici, realmente accaduti e quindi conosciuti. Per il resto il film, a volte comico, tragico, poetico e con inquadrature che lasciano senza fiato, racconta un qualcosa di universale in cui tutti possono ritrovarsi, nonostante tratti un tema particolare e delicato come la lotta per l’indipendenza durante il così detto Risorgimento bulgaro.
Elevazione (Heights), diretto da Viktor Bojinov, con Aleksandar Aleksiev, Stoyan Doychev, Filip Avramov, Hristo Petkov, Kiril Efremov, Blagovest Blagoev, Stanislav Ganchev, Rumen Gavazanov, Antonio Dimitrievski, Ivaylo Dimitrov, Vladimir Mihaylov, Veselin Anchev, è stato presentato alla Festa del Cinema Bulgaro 2018.