A cinque anni di distanza dal precedente New, Sir Paul McCartney torna con album che riporta in auge le sonorità del Macca post-2000.
Scrivere una recensione su un mostro sacro come Paul McCartney è un’impresa titanica, non solo perché la qualità della sua opera risulterà ampiamente sopra la media della musica in circolo, ma specialmente considerando che l’autore in questione è in giro dalla fine degli anni ’50, ha fatto parte della più grande band della storia e, nonostante tutto questo, è ancora qui a dettare la strada da seguire. Con questo spirito, chi vi scrive, si è approcciato alle 16 tracce che compongono Egypt Station, ultima fatica discografica del baronetto di Liverpool.
Talento senza tempo
76 primavere sulle spalle non devono essere un peso facile da portare sulle spalle, ma ad ascoltare la varietà sonora dell’album, il vecchio Paul sembra tornato indietro nel tempo, riuscendo a bilanciare in maniera quasi perfetta toni e umori: dopo “l’apertura della stazione” (che ricorda quella ricerca smodata di suoni stradali iniziata ai tempi beatlesiani), ecco I Don’t Know, una ballad acustica in puro stile McCartney che riflette sull’andare dei tempi (e che non sfigurerebbe negli album solisti post-Beatles); se Come On To Me abbiamo avuto tempo di ascoltarla quest’estate, Happy With You è uno dei gioielli dell’intero album, costruita su di una melodia semplicissima con un testo diretto, intimo e sincero.
Un genio mai stanco
La continua sensazione di frenesia sembra accompagnare l’intero scorrere dell’album, specialmente nei brani più divertenti, come Fuh-You e Back In Brazil, dove Paul si concede una bella incursione nelle sonorità sudamericana, dando ad esse un’interessante venatura elettro-pop. Sul finire di Egypt Station, ecco altri due brani da non dimenticare: Despite Repeated Warnigns è un manifesto graffiante e diretto che raggiunge quasi sette minuti (senza mai essere alterato), sull’incapacità politica di salvaguardare il pianeta dai cambiamenti climatici, mentre Hunt You Down/Naked/C-Links riportare in auge l’aspetto poliedrico del musicista McCartney, che si diverte a suonare come fosse un’intera orchestra, concedendosi il lusso di un assolo in chiusura.
Difficile trovare altre parole per descrivere quello che Paul McCartney continua a rappresentare ancora oggi per la musica mondiale: un punto di riferimento, un’icona viva e vegeta, un artista in continua mutazione, ieri come oggi. In Dominoes (brano inserito ai 2/3 dell’album), il genio di Liverpool canta “è stato uno spasso.” Caro Paul, lo spasso è stata la tua musica, ora e per sempre (e per chi vuole, stasera il disco sarà presentato con un concerto in diretta sul suo account youtube).
Egypt Station, nuovo album di Paul McCartney, è uscito il 7 settembre per l’etichetta Capitol Records.