La recensione della commedia leggera ed onesta Easy living – La vita facile, opera prima dei giovanissimi fratelli Orso e Peter Miyakawa: una storia che stenta a partire ma raggiunge piano piano la sua quadratura
Brando (James Miyakawa) è un ragazzino di 14 anni costretto a seguire la sorellastra Camilla (Camilla Semino Favro), una giovane universitaria che contrabbanda medicine sulla frontiera italo-francese, a Ventimiglia. Lì fanno amicizia con Don (Manoel Hudec), un bizzarro maestro di tennis americano che sogna di fare il pittore. Le loro vite vengono scombussolate dall’incontro con Elvis (Alberto Boubakar Malanchino), un migrante clandestino che vorrebbe passare il confine con la Francia per ricongiungersi con la moglie incinta. Questo improbabile trio progetta così un piano per esaudire il suo sogno e, legati da un insolito legame di amicizia, affronterà una piccola, grande avventura.
Il punto di vista di un quattordicenne
Easy living – La vita facile riesce a mantenere intatto il suo tono giocoso, tipico della commedia, dall’inizio alla fine. Questo gli fa onore poiché si evita volontariamente di cambiare registro e di snaturare una storia che piace proprio per il modo leggero in cui viene raccontata. Ciò tra l’altro si adatta perfettamente al punto di vista scelto, che è quello del giovane Brando. Sono i suoi gli occhi che mostrano con candore una realtà fatta di immigrazione, frontiere, povertà e seconde occasioni. I tre protagonisti vogliono aiutare Elvis, ma non lo fanno per beneficenza: vogliono farlo per amicizia.
Una bella amicizia
Da apprezzare anche la scelta di non deviare su temi sentimentali con la facile storia d’amore tra Don e Camilla. La loro resta solo una bella amicizia, il che dà spessore a due personaggi che inizialmente sembravano piuttosto vanesi. Don nelle prime battute incarna lo stereotipo dell’istruttore di tennis che cade facilmente in tentazione con le sue allieve, Camilla invece appare come una giovane che sceglie la via più facile per guadagnare (non a caso il fratello crede che faccia la prostituta, non avendo pensato alla via del contrabbando). Irresistibile il personaggio di Elvis, felice già solo per una cena calda e una nottata passata sul divano, ma al tempo stesso animato da un’ammirabile dignità.
Un’opera immatura, con un buon finale
L’inizio è traballante sotto vari aspetti: la sceneggiatura appare imprecisa e non palesa subito la direzione che vuole prendere, la recitazione non è delle più brillanti e i personaggi sembrano delle mere macchiette. Eppure il film sceneggiato e diretto dai giovani fratelli Orso e Peter Miyakawa (rispettivamente classe ’92 e ’95) riesce velocemente a risalire la china, mostrando il meglio di sé man mano che si procede col minutaggio. È così che si arriva ad un film a tratti immaturo ma certamente godibile, spensierato e capace di toccare un aspetto delicato della società contemporanea senza mai cadere nel dramma né nella retorica.
Easy living – La vita facile, presentato in anteprima al 37º Torino Film Festival, arriva nelle sale il 24 settembre distribuito da I Wonder Pictures.