
La recensione di Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri, secondo adattamento del più famoso gioco di ruolo di sempre con Chris Pine, Michelle Rodriguez e Hugh Grant: un film divertente e intelligente che onora lo spirito del gioco, ma manca di un po’ di coraggio in più
Sono passati ventitré anni dal primo (mediocre) adattamento cinematografico di Dungeons & Dragons, il più grande e famoso gioco di ruolo mai inventato che proprio il prossimo anno compirà i suoi primi 50 anni, e finalmente Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri sta arrivando per riportarci di nuovo nel mondo di Blackmoor (uno dei tanti del gioco). Per l’occasione è stato riunito un cast di tutto rispetto, tra cui spiccano Chris Pine, Michelle Rodriguez e Hugh Grant, e una nuova squadra creativa guidata dal duo di registi John Francis Daley e Jonathan Goldstein (Game Night).
Salvare Neverwinter
Edgin Darvis (Chris Pine) è un bardo e un ex-membro dell’ordine degli Arpisti, rinomati per la loro grande scaltrezza e la capacità di sopraffare il nemico in battaglia grazie all’intelligenza, la cui moglie è stata uccisa dai malvagi Maghi Rossi e che si trova a crescere da solo la figlia Kira (Chloe Coleman). Per sopravvivere decide di darsi ai furti di reliquie rare e preziose, accompagnato dalla guerriera e amica Holga Kilgore (Michelle Rodriguez) e dal praticante stregone Simon Aumar (Justice Smith) oltre che da Forge Fitzwilliam (Hugh Grant), abile ladro e manipolatore. Dopo essere riusciti a rubare una tavola della resurrezione per riportare in vita la moglie di Edgin, qualcosa va storto ed Edgin e Holga vengono arrestati e rinchiusi in una prigione di ghiaccio. Qualche tempo dopo i due riescono a fuggire dalla prigione e si riuniscono con Simon e Doric (Sophia Lillis), un druido mutaforma, per mettersi alla ricerca di Kira, ma non sanno che nel frattempo un Mago Rosso, la letale e potente Sofina (Daisy Head), ha messo in moto un piano malefico per soggiogare Neverwinter e il mondo intero. Edgin, Holga, Simon e Doric dovranno perciò trovare un modo per fermare Sofina e salvare Kira, ma per farlo saranno costretti a fidarsi dello sconosciuto paladino Xenk Yendar (Regé-Jean Page).

Che l’avventura abbia inizio
Nell’enorme marasma di trasposizioni fumettistiche, di videogiochi e persino di giochi da tavola l’assenza di un titolo come Dungeons & Dragons faceva piuttosto rumore, proprio perché è stato il capostipite di praticamente tutto quello che è arrivato in seguito in termini di RGP (giochi di ruolo), cosplaying, videogiochi fantasy come Final Fantasy e tanto altro ancora. Il suo impatto culturale è stato talmente importante e devastante nel creare un immaginario condiviso da venire celebrato più volte in varie forme, non ultime le figure del Demogorgone o Vecna in Stranger Things. A dire la verità, come già accennato in apertura, c’era stato un tentativo alle soglie del nuovo millennio, la il flop sia critico che commerciale di quel film sono stati talmente clamorosi da aver fermato ogni altra possibile velleità cinematografica per due interi decenni. Per fortuna ci ha pensato questo Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri a colmare questo gap importante, e lo ha fatto nel modo più divertente e intelligente possibile. Sì, perché questo nuovo capitolo è stato pensato e strutturato per essere godibile da tutti, neofiti del gioco e conoscitori i vecchia data del mondo e dei personaggi, riuscendo ad unire l’ormai necessario humour di stampo marveliano (ma qui gestito molto meglio che negli ultimi film della casa delle idee) ad un cuore emotivo e tematico forte dato da una scrittura attenta e piuttosto precisa. Ed è proprio la scrittura l’elemento che più colpisce di questo nuovo capitolo, perché Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri è un film in cui il tema del fallimento viene portato avanti con un certo rigore e un’attenzione inusuale per questo tipo di prodotti. Certo, non stiamo parlando di alta drammaturgia, ma tutti i personaggi principali hanno un loro arco di trasformazione chiaro e coerente sia col tema che con le regole del mondo narrativo, mentre Sofina è un’antagonista la cui caratterizzazione in gran parte monodimensionale viene sopperita da una minacciosità che rende la posta in gioco sempre sufficientemente alta.

A tutto dinamismo
Quella partorita dal duo John Francis Daley e Jonathan Goldstein in Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri è una vera e propria giostra di ipercineticità e dinamismo, con la macchina da presa che gira vorticosamente attorno ai protagonisti durante le (tante) sequenze d’azione del film, ma che riesce anche a rallentare quando è necessario per entrare e farci entrare meglio nelle dinamiche tra i personaggi. L’uso scanzonato dell’ironia, le tante citazioni cinematografiche che qui vengono rielaborate e riproposte in una nuova veste (non le riveliamo per non spoilerare, ma occhio alla scena spassosissima del cimitero!) e un perfetto equilibrio tra fantasy più puro, buddy movie e film d’avventura dai toni più epici contribuiscono a rendere l’esperienza ancora più goduriosa e folle. In tutto questo il duo di registi (che viene dalla commedia più sboccata e spinta) dimostra anche un’inaspettata capacità nel gestire la componente action più pura, rendendo i combattimenti leggibili e chiari e gli inseguimenti adrenalinici ma senza quel troppo fastidioso effetto mal di mare. Ne è un esempio fulgido il clamoroso long take della fuga di Doric dal castello di Forge e Sofina, quando nel giro di cinque minuti assistiamo a continue trasformazioni da parte del druido in tanti diversi animali con voli in picchiata, corse a perdifiato tra i corridoi e tanto altro o la sequenza del ponte con il drago.

Manca solo un po’ di ambizione
Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri è quindi un film ben bilanciato e calibrato in tutte le sue parti, anche grazie ad un cast perfettamente amalgamato dove spiccano il sempre irresistibile Hugh Grant a cui hanno regalato un personaggio perfetto per le sue corde, e un Chris Pine perfettamente a suo agio sia nei momenti più comici e distensivi che in quelli più intimi e drammatici. Una pellicola che farà sicuramente felici i tanti fan del gioco, ma che probabilmente verrà apprezzata anche dai neofiti che prima di allora non avevano mai sentito parlare di un dado a 20 facce. Quello che (per ora) però manca è un po’ d ambizione in più e magari la volontà di uscire fuori dai binari e dalle regole ben strutturati di un genere che, per sua natura, si presta invece allo sconvolgimento e alla riformulazione. Speriamo che in un eventuale e meritato sequel ci mostrino qualcosa in più e che questi personaggi, che in questo film abbiamo imparato ad apprezzare, abbiano ancora tanti mondi nascosti da farci esplorare. In fondo il senso della fantasia e del gioco è quello di esplorare sempre mondi nuovi, eccitanti, pericolosi e imprevedibili e al cinema questa regola vale ancora di più.
Dungeons & Dragons – L’onore dei ladri. Regia di John Francis Daley e Jonathan Goldstein con Chris Pine, Chloe Coleman, Michelle Rodriguez, Justice Smith, Hugh Grant, Sophia Lillis, Daisy Head e Regé-Jean Page, in uscita domani nelle sale distribuito da Eagle Pictures.
Tre stelle e mezzo