Diodato ha illuminato e fatto risuonare l’Arena di Verona con la sua voce, la sua musica e uno spettacolo magico e intenso, una grande festa dell’anima
Diodato ha illuminato e fatto risuonare l’Arena di Verona con la sua voce, la sua musica e uno spettacolo magico e intenso, una grande festa dell’anima per riprendere in mano il futuro. Per la prima volta il cantautore si è esibito live nel tempio della musica nel mondo dopo aver incontrato il suo pubblico in occasione di una serie di appuntamenti estivi dal vivo volti a ritrovar bellezza in posti splendidi dell’Italia. Con una serata suggestiva, piena di fascino ed emozioni arricchita dal calore del pubblico e dalla location unica nel suo genere, Diodato è tornato in Arena, dopo averla riaccesa in solitaria nel maggio 2020 con una performance rappresentativa dell’importante momento storico, per festeggiare la chiusura dei live 2021 insieme a colleghi e amici.
Oltre due ore e trenta di live, una tracklist dal ritmo serrato e tanti ospiti tra cui Manuel Agnelli, Gnu Quartet, Roy Paci, Ghemon, Manuel Agnelli, Nina Zilli, Paolo Buonvino e Roberto Baggio che durante il concerto è salito sul palco per una partita improvvisata a biliardino. Questo spettacolo è stato pensato come un viaggio emozionale, capace di passare da momenti molto intimi, a momenti orchestrali, potenti, trascinanti. Un’occasione di grande condivisione con il pubblico, intenta a creare un corpo unico vibrante, una festa dell’anima. Sul palco le luci hanno illuminato questo percorso tra gli animi del cantautore che ha voluto raccontare la sua musica anche attraverso contributi video realizzati da Filippo Rosti diffusi da 8 moduli di led wall.

La band che lo ha accompagnato per tutta l’estate è tornata sul palco al completo insieme a Diodato con il Maestro Rodrigo D’Erasmo al violino, Greta Zuccoli alla voce, Andrea Bianchi alle chitarre, Alessandro Commisso alla batteria, Gabriele Lazzarotti al basso, Lorenzo Di Blasi alle tastiere, Beppe Scardino al sax baritono e flauto e Stefano “Piri” Colosimo alla tromba e flicorno.
Gnu Quartet, quartetto straordinario composto da Francesca Rapetti al flauto, Roberto Izzo al violino, Raffaele Rebaudengo alla viola e Stefano Cabrera al violoncello, con cui Antonio ha condiviso grandi esperienze in passato e che è diventato parte potente e importante del live, ha accompagnato Diodato durante gran parte del concerto nei brani con gli ospiti.
Con Manuel Agnelli è nata una versione inedita della sua “Uomo fragile”, contenuta nel disco “Cosa siamo diventati” e in trio con Agnelli e Paolo Buonvino ha cantato una versione toccante de “La voce del silenzio”. Sempre con Buonvino ha reso omaggio alla tradizione pugliese con “Beddha ci dormi”. “Adesso” ha visto, come già accadde a Sanremo 2018, la partecipazione di Ghemon e Roy Paci che con lui hanno fatto un tributo a Bindi con “Arrivederci”. Nina Zilli verso la fine del concerto ha affiancato Diodato in “24mila baci” riportandoci alla serata dedicata alla canzone d’autore nel Sanremo 2020.