La nostra recensione di Cyrano, appassionante musical barocco di Joe Wright, adattamento della celebre commedia di Rostand, con Peter Dinklage e Haley Bennett, presentato alla Festa del Cinema di Roma 2021
Il cinema di Joe Wright fa convivere i linguaggi del teatro, della letteratura e della settima arte in una danza ora sfrenata ora dolcemente cadenzata. Abbondano nella sua filmografia adattamenti di testi celebri come Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen o Espiazione di Ian McEwan Jane; la stessa messa in scena di pellicole come Anna Karenina (tratto da Tolstoj), dimostra tutta la passione del regista per la messa in scena teatrale. Tutta la dimestichezza di Wright nel coniugare stilemi diversi alla sua visione artistica in evoluzione si manifesta in Cyrano, musical tratto dalla celeberrima commedia di Rostand Cyrano de Bergerac. Presentata alla Festa del Cinema di Roma 2021, la pellicola adatta per lo schermo l’omonimo musical teatrale di Erica Smith (co-sceneggiatrice del film) da cui Peter Peter Dinklage e Haley Bennett riprendono i ruoli dei protagonisti.

Le parole dell’amore
In una barocca città del Seicento Cyrano de Bergerac (Peter Dinklage) è uno spadaccino infallibile e un paroliere sopraffino: l’efficacia della sua spada è seconda solo all’incisività suo eloquio. Il protagonista è perdutamente innamorato della sua cara e incantevole amica Roxanne (Haley Bennett), cui non riesce a dichiarare il proprio amore per paura di essere rifiutato data la sua condizione fisica. Cyrano, infatti, è affetto da nanismo e additato da molti come freak. Quando Roxanne si infatua del prestante cadetto Christian (Kelvin Harrison Jr.), quest’ultimo, sprovvisto di un qualunque senso poetico, chiede a Cyrano di comporre lettere e poesie per rinvigorire l’amore della dama. A chi rivolge i suoi sentimenti Roxanne? All’autore dei versi o all’attraente giovane che ne è il tramite?

Un poeta spadaccino
Il più importante cambiamento che Wright apporta nel suo adattamento rispetto al testo originale è relativo alla peculiare condizione fisica del protagonista. Se il Cyrano di Rostand aveva un enorme naso, lo spadaccino di Wright è affetto da nanismo. La variazione rende decisamente più efficace la caratterizzazione del personaggio a livello cinematografico, rendendo quello di Peter Dinklage il Cyrano più convincente di tutte le versioni viste sullo schermo. La performance dell’attore è accorata e travolgente; Dinklage riesce con disinvoltura a incarnare tanto la passione travolgente che il protagonista prova per Roxanne quanto il dolore che si autoinfligge convincendosi che la dama non potrebbe mai ricambiare i suoi sentimenti. Cyrano trova nella poesia il veicolo privilegiato per manifestare il suo spessore: è attraverso i suoi appassionati versi, vibranti la potenza assoluta ed eterna della parola, che lo spadaccino riesce a comunicare il sentimento che lo infiamma.

Una donna intelligente ed un incolto cadetto
Se Dinklage pare l’interprete perfetto del personaggio creato da Rostand, Haley Bennett conquista con la sua performance nei panni di Roxanne. Spogliata di tutta la passività che ammanta il personaggio letterario, figlio del suo tempo, la sua dama è una donna tanto acuta e brillante quanto passionale ed emotiva. Le sue candide gote si infiammano di passione mentre schiva le avance del viscido De Giche (un Ben Mendelsohn serpentino), legge le lettere del suo ammiratore e combatte per la propria autodeterminazione. Un ottimo personaggio femminile. Meno convincente è, invece, il Christian di Kelvin Harrison Jr., più rigido e impacciato dei suoi colleghi nei panni di un cadetto reso tanto sciocco e goffo da sembrare fuori luogo.

Un musical barocco
Quando decidi di girare il tuo film in una delle perle barocche della Sicilia, stai già impostando una particolare estetica alla messa in scena. Il Cyrano di Wright è un musical spumeggiante e deliziosamente barocco capace di catturare un afflato da melodramma senza scadere in sentimentalismi esasperati. Non solo a livello musicale, con una coinvolgente colonna sonora curata dai The National, ma soprattutto a livello visivo il film riesce a sedurre. Dalle straordinarie scenografie ai meravigliosi costumi curati da Massimo Cantino Parrini, il comparto tecnico è ottimo. La chiave del successo del Cyrano di Wright è il modo in cui il film riesce ad amalgamare con equilibrio scene romantiche a duelli ben coreografati, monologhi accorati ad emozionanti sequenze drammatiche che non possono lasciare indifferenti. Tra tutte un posto di primo piano è riservato alla meravigliosa canzone che i soldati al fronte cantano rivolgendosi ai cari che non vedranno mai più, una sequenza che riassume tutta l’intensità emotiva del film.
3 e mezzo