Criature, recensione: quando la bellezza del Circo sconfigge il marcio della Camorra

Criature - Catello Buonocore, Maria Esposito, Ciro Minopoli, Antonio Guerra, Vittorio Edet, Marco D’Amore, Giuseppe Pirozzi, Gennaro Filippone e Martina Abbate (foto Marco Ghidelli)
Criature - Catello Buonocore, Maria Esposito, Ciro Minopoli, Antonio Guerra, Vittorio Edet, Marco D’Amore, Giuseppe Pirozzi, Gennaro Filippone e Martina Abbate (foto Marco Ghidelli)

La nostra recensione di Criature, con Marco D’Amore, Marianna Fontana e la Maria Esposito di Mare fuori: la scelta tra la bellezza salvifica dell’arte e il Male si esprime in un racconto di formazione toccato dal realismo magico

Ancora Napoli, ancora una storia di rivalsa ma questa volta Criature ci conduce nel mondo dell’arte circense, tra equilibristi, pagliacci, giocolieri e praticanti di parkour. Il circo diventa quindi metafora di un Bene collettivo, di una via d’uscita dal Male peggiore, quello camorristico, alla ricerca di un futuro possibile.

A dirigere questo racconto di formazione toccato anche dal realismo magico tanto caro a Fellini, c’è l’esordiente (nel lungometraggio) ma abile documentarista Cécile Allegra che si affida al carisma e alla sensibilità di Marco D’Amore, a Marianna Fontana e ad un gruppo di giovani attori capitanati dalla Maria Esposito di Mare fuori e da Antonio Guerra ora nei cinema con Napoli – New York.

Criature - Marco D'Amore (foto Marco Ghidelli)
Criature – Marco D’Amore (foto Marco Ghidelli)

Pagliacci coraggiosi

Mimmo Sannino (Marco D’Amore), un tempo insegnante ora impegnato come educatore di strada a Napoli, si dedica al recupero di ragazzi in dispersione scolastica per riportarli sui banchi di scuola, e permettergli di ottenere il diploma di terza media. Il suo mezzo di predilezione è l’arte circense, un’arte delicata che gioca sull’apparenza, il sogno e la solidarietà, in un contesto dominato dal degrado e dalla camorra.

Tra lezioni sui trampoli e letture del Barone Rampante, e grazie anche all’aiuto di Anna (Marianna Fontana), assistente sociale che riconosce il valore del suo impegno, riesce a coinvolgere giovani come Daniela (Martina Abbate), che vende carciofi al banco del padre, Margherita (Maria Esposito), che ha abbandonato la scuola per fare la parrucchiera per pochi spiccioli, Ciro (Antonio Guerra), cresciuto da solo con suo fratello fino ad arrivare a Bruno (Ciro Minopoli), appassionato di parkour e figlio di un boss locale. L’operato di Mimmo, tuttavia, non è ben accolto dalle famiglie del quartiere e il coraggio di questi ragazzi, con i loro trampoli e i loro nasi rossi, si scontrerà con la dura realtà.

Criature - Maria Esposito (foto Marco Ghidelli)
Criature – Maria Esposito (foto Marco Ghidelli)

La magia di un futuro

Dostoevskij scriveva che la bellezza non salverà il mondo, ma Mimmo Sannino leggeva e faceva leggere Calvino. Forse è per questo che ha continuato ad infondere un po’ di bellezza, di arte, di cultura in quelle strade ammantate dall’ombra mortifera della Camorra, dello spaccio di droga, di un futuro che prevedeva solo presagi di morte. “Criature” è un termine napoletano per indicare i bambini, perché i ragazzi di Sannino un po’ bambini erano rimasti, perché attraverso l’innocenza di un naso rosso, di un gioco di prestigio o di una camminata sui trampoli potevano per un momento astrarsi e scappare via da quel presente.

Quella di Sannino è a tutti gli effetti una rivoluzione dell’animo creativo contro una cultura di morte, che nel film di Cécile Allegra non si realizza solo con lo scontro antitetico tra due opposte visione del mondo ma con la contaminazione tra questi due mondi. In Criature infatti Circo e Camorra sono due facce di una stessa umanità, spesso sono costretti a convivere e in qualche modo a compenetrarsi a vicenda, ed è forse questo l’aspetto più interessante dell’esordio della documentarista francese. Poi c’è il film crudo e puro, ovvero un racconto di formazione (quasi una fiaba) che attraversa Napoli dal centro alla periferia, con i suoi figli e le sue figlie alla ricerca di una possibilità di futuro.

Certamente quello di Sannino (a cui Marco D’Amore regala tanta umanità e grazia) è un compito arduo, un percorso accidentato fatto anche di sopraffazione fisica, minacce in stile mafioso (la testa di maiale), ma che trova soprattutto nello Stato il suo avversario più ostinato e feroce. Ed è questo il secondo motivo d’interesse di questa opera prima, perché la denuncia che Allegra scaglia attraverso lo schermo è quella di uno Stato assente che si fa forte coi deboli e debole coi forti, che non ha cura dei propri figli e che non ha nulla a che vedere con la lezione di Calvino e del suo Barone Rampante. Uno che non aveva paura di salire sugli alberi per osservare meglio il mondo, e che sapeva ridere della miseria umana.

Criature - Marco D'Amore e Marianna Fontana (foto Marco Ghidelli)
Criature – Marco D’Amore e Marianna Fontana (foto Marco Ghidelli)

L’occhio della documentarista

Criature è però anche una pellicola dal forte taglio documentaristico, con la macchina da presa attaccata ai suoi bravi attori (oltre a D’Amore vanno citati l’intensità di Marianna Fontana e tutti i ragazzi) ma soprattutto alle strade, ai palazzi diroccati, alle piazze che sono centro di un mondo decadente o di un mondo che invece sta provando a rialzarsi. Tra long take e una direzione che lascia poco respiro allo spettatore Cécile Allegra sembra aver fatto tesoro del suo passato documentaristico in giro per le zone più pericolose del mondo (tra cui la stessa Scampia), ma riesce anche ad infondere quel tasso di umanità e di magia del mistero necessari per agganciare chi guarda.

Certo, non tutto poi gira sempre alla perfezione e c’è l’impressione che la scrittura si perda un po’ proprio nel finale, quando la tragedia puntualmente arriva ma rimane un po’ scarica di tensione emotiva. Però restano l’importanza di un film coraggioso se non necessario, il talento nel saper vedere e raccontare attraverso la purezza dell’immagine e la volontà di rappresentare Napoli in una chiave un po’ diversa dal solito, anche soltanto per evitare l’effetto déjà-vu che è sempre dietro l’angolo. Pino Daniele che Napoli è mille paure ma anche mille colori, e chi meglio dei clown può far risaltare le une e gli altri.

Guarda il video integrale dell’incontro con D’Amore, Esposito e Pirozzi

TITOLO Criature
REGIA Cécile Allegra
ATTORI Marco D’Amore, Marianna Fontana, Maria Esposito, Alessio Gallo, Giuseppe Pirozzi, Antonio Guerra, Ciro Minopoli, Martina Abbate, Catello Buonocore, Vittorio Edet, Gennaro Filippone, Antonella Stefanucci, Antonio Ferrara
USCITA 5 dicembre 2024
DISTRIBUZIONE Medusa Film

 

VOTO:

Tre stelle e mezza

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