Crescendo, recensione: una storia forte che punta sulla musica per ottenere la pace

Crescendo - Peter Simonischek in una scena
Crescendo - Peter Simonischek in una scena

La recensione di Crescendo #makemusicnotwar, un film che prova a ipotizzare una pace tra israeliani e palestinesi partendo dalla potentissima musica: una pellicola forte ed emozionante, diretta da Dror Zahavi

Un’orchestra per la pace

Karla De Fries (Bibiana Beglau), una donna d’affari con la passione per la filantropia, convince il grande direttore e musicista di fama mondiale Eduard Sporck (Peter Simonischek) a costituire, per un unico concerto, un’orchestra composta da ragazzi palestinesi e israeliani. Il Maestro decide di accettare la sfida e coglie l’occasione per aprire le menti dei suoi giovani musicisti. Animati da un odio insanabile, cresciuti in un clima di guerra e aggressività, l’orchestra è divisa in due fazioni. I ragazzi non riescono a fare squadra ma Sporck sa che in ballo c’è qualcosa di molto più importante di un semplice concerto di musica classica. Sarà proprio grazie alla tenacia del grande direttore e al potere aggregante della musica che l’impresa apparirà via via meno illusoria, finchè il destino non remerà ancora contro l’idea di una pace possibile.

Odio, amore, amicizia

Crescendo #makemusicnotwar affronta il tema del conflitto israelo-palestinese partendo dal particolare, ovvero dalle più piccole dinamiche tra i personaggi. L’odio e la rivalità tra lo spocchioso Ron (Daniel Donskoy) e l’idealista Layla (Sabrina Amali) è di natura professionale (entrambi vorrebbero diventare primo violino), ma attraverso tale rapporto si vedono i riflessi dei conflitti realmente esistenti tra i loro popoli. Lo stesso si può dire in un certo senso anche per l’amore che sboccia tra Omar (Mehdi Meskar, noto al pubblico soprattutto per la partecipazione a Skam Italia) e Shira (Eyan Pinkovitch). il loro è un sentimento temuto, disapprovato e destinato a creare scompiglio, proprio come una pace inseguita da secoli ma che nessuno, probabilmente, è ancora pronto ad accogliere.

I violini di "Crescendo" #makemusicnotwar
I violini di “Crescendo” #makemusicnotwar

Pace ancora lontana

Il maestro Sporck, da bravo direttore d’orchestra, cerca di mettere insieme i suoi musicisti. Per farlo, deve prima gettare le basi per una cooperazione che superi il macro-conflitto. In questo va apprezzato lo sforzo fatto nell’evitare facili buonissimi. Egli convince i ragazzi – attraverso discorsi intensi e calibrati, che non si riempiono mai di luoghi comuni – che l’unica cosa che conta è la pace. “Un nemico è solo qualcuno di cui ancora non conosci la storia”, afferma comprensivo Sporck. Eppure gli equilibri saltano alla prima reale difficoltà. Lo scontro che ne consegue sembra un’ammissione di debolezza, feroce ma toccante, o una resa a qualcosa che è ancora troppo grande. L’amarezza viene mitigata sul finale, quando la musica dimostra davvero tutto il suo potenziale.

Musica per comunicare

Probabilmente non si arriverà alla pace tra israeliani e palestinesi nel presente e nemmeno in un futuro così prossimo. Eppure Crescendo cerca di intaccare il muro di incomunicabilità eretto da queste due popolazioni fisicamente così vicine eppure ideologicamente tanto lontane. La musica classica rappresenta un elemento narrativo oltre che una semplice colonna sonora. Come recita il sottotitolo del film, #makemusicnotwar. Il regista Dror Zahavi prova a farsi sentire ricorrendo ad una pellicola dal forte impatto ed esteticamente affascinante, impreziosita appunto dalla musica. Una storia commovente, ricca di personaggi che hanno tanto da dire e altrettanto da insegnare.

Crescendo #makemusicnotwar arriva nelle sale italiane il 27 agosto distribuito da Satine Film. La pellicola ha ricevuto il Premio onorario Cinema per la pace 2020 per la sua “prospettiva umanistica secondo cui la riconciliazione è possibile imparando a percepire l’un l’altro come un essere umano lavorando insieme sulla musica” (come si legge nella motivazione).

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