Come fratelli – Abang e Adik, recensione: dalla Malesia un poliziesco sorprendente

Come fratelli - Abang e Adik - Kang Ren Wu e Jack Tan
Come fratelli - Abang e Adik - Kang Ren Wu e Jack Tan

Ora in sala. La nostra recensione di Come fratelli – Abang e Adik, film vincitore dello scorso Far East Film Festival con protagonisti i divi Kang Ren Wu e Jack Tan: un dramma poliziesco sorprendente, intenso e dal ritmo indiavolato che guarda agli hard-boiled hollywoodiani

Mentre la corrente edizione del Far East Film Festival è ancora in corso, Come fratelli – Abang e Adik esce finalmente in sala dopo aver trionfato nell’edizione dello scorso anno. Diretto dall’esordiente Lay Jin Ong e interpretato dai popolari (almeno in Oriente) Kang Ren Wu e Jack Tan, questo debutto cinematografico abbraccia il noir e lambisce i territori dell’hard-boiled anni ’70, senza però rinunciare ad un’ottima gestione del ritmo narrativo e alla costruzione di due protagonisti incredibilmente sfaccettati. Nonostante qualche ingenuità di scrittura è una vera e propria sorpresa questa pellicola malese, impreziosita anche dalla grande prova attoriale dei due protagonisti e da un finale privo di speranza.

Come fratelli - Abang e Adik - Kang Ren Wu e Jack Tan
Come fratelli – Abang e Adik – Kang Ren Wu e Jack Tan

Una nuova vita

Senza documenti, senza diritti, senza la possibilità di “esistere” come cittadini, Abang (Kang Ren Wu) e Adik (Jack Tan) sono due dei tanti invisibili che tirano a campare nei quartieri poveri di Kuala Lumpur. Da un lato, appunto, ci sono loro, con una quotidianità buia e spigolosa, dall’altro lato c’è la capitale, con le sue luci, i suoi grattacieli, il suo stile di vita. Una metropoli dove il benessere, o anche soltanto la pura normalità, sembrano il miraggio di un volantino pubblicitario a chi si porta addosso l’emarginazione fin da bambino. Abang e Adik, fratelli di strada e forse anche di sangue, sono inseparabili. Uguali ma diversissimi.

Il primo, nato muto, lavora instancabilmente e non smette di credere che il destino possa riservargli un po’ di stabilità, il secondo, più giovane e molto più arrabbiato, rifiuta la propria condizione e cerca di fare soldi facili. Facili e sporchi. Quanto tempo resta a Jia En (Serene Lim), agguerrita operatrice di una ONG, per liberarli dalla clandestinità e per evitare che la scelta di Adik si riveli fatale?

Come fratelli - Abang e Adik - Kang Ren Wu e Jack Tan
Come fratelli – Abang e Adik – Kang Ren Wu e Jack Tan

Dalla Malesia con furore

Come fratelli – Abang e Adik è un racconto di sopravvivenza, è un poliziesco, è un dramma quasi romantico, è un noir che sfuma quasi nell’hard-boiled ma soprattutto è un grido di protesta. Un grido furente, lacerante, di quelli che ormai non siamo più tanto abituati ad ascoltare nel cinema sempre più ovattato di oggi, che irrompe anche nel silenzio di chi è costretto a non poter né parlare e né sentire. Come Abang, sordomuto dalla nascita, che vive in una società in cui quelli come lui sono considerati pesi da sgravare e non più esseri umani, abbandonati ai margini e privati della loro stessa umanità.

Un’umanità che invece il regista Lay Jin Ong rincorre lungo tutto l’arco di questa storia costruita sugli opposti, come opposti sono questi due fratelli acquisiti. Un rapporto, quello tra i due, sottolineato dai gesti d’intesa, piccoli nell’esecuzione ma enormi nella rappresentazione, e almeno fino al midpoint Come fratelli – Abang e Adik volge lo sguardo su questa umanità ferita e ai margini, incapace di prevalere sullo spazio tanto vitale quanto soffocante della propria quotidianità. È solo dopo che iniziamo davvero intravedere il mondo circostante, pericoloso e affascinante nello stesso tempo, e per lo spettatore si prospetta finalmente l’apertura di una storia di sopravvivenza in cui la posta in gioco più alta è la vita stessa.

In questa rincorsa di dicotomie quella di Jin Ong rimane però una pellicola capace di conservare il proprio momentum furente, di non sprecarlo nei vezzi di un sentimentalismo che non le appartiene e quindi di farci entrare nell’inferno privato e collettivo di questi due fratelli non di sangue ma di anima. Forse sta proprio qui il merito maggiore di questo promettente esordio, prima ancora che nella fotografia saturata ma mai patinata di Kartik Vijay o nella gestione del ritmo, sempre piuttosto alto con pochissimi cali di tensione.

Come fratelli - Abang e Adik - Kang Ren Wu e Jack Tan

Come fratelli – Abang e Adik – Kang Ren Wu e Jack Tan

L’importanza del silenzio

Come già accennato in precedenza il rapporto tra Abang e Adik lavora su una comunicazione non verbale che lascia pochissimo spazio alla battuta, permettendo così ai due bravi protagonisti Kang Ren Wu e Jack Tan di costruire due figure umanissime e dolenti, senza mai eccedere nell’overacting. Come fratelli – Abang e Adik si apre quindi ad un cinema di grande respiro, anche quando la scrittura sembra vacillare un po’ nel secondo atto, un cinema quasi pop nel seno migliore del termine e anche etimologico perché è cinema del popolo e sul popolo.

Proprio per questo il finale, pur lasciando aperti diversi spiragli e dando molto poco spazio all’ottimismo e alla speranza, cerca comunque di abbracciare le istanze di un’intera nazione cristallizzandole in una precisa inquadratura; la ricerca di un’identità individuale e collettiva è perciò iniziata, e con essa la possibilità di riscatto e resilienza della Malesia tutta, di Kuala Lumpur e del microcosmo a cui i due protagonisti dovranno sempre e comunque appartenere. Un film prezioso Come fratelli – Abang e Adik, molto cinematografico e crudo, persino spietato in certi momenti ma anche cosparso di un calore sacrale e fortemente umano, come quello della vita che sfida la morte.

TITOLO Come fratelli – Abang e Adik
REGIA Lay Jin Ong
ATTORI Kang Ren Wu, Jack Tan, April Chan, Serene Lim, Bront Palarae
USCITA 30 aprile 2024
DISTRIBUZIONE Academy Two in collaborazione con Tucker Film

 

VOTO:

Tre stelle e mezza

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