Ciao Manu ci racconta il suo singolo d’esordio Banksy, primo brano da solista dopo venti anni di musica dal vivo in duo
Ciao Manu ci racconta il suo singolo d’esordio Banksy, primo brano da solista dopo venti anni di musica dal vivo in duo. Un brano dedicato all’artista contemporaneo ma utilizzato come metafora per esprimere un sentimento di sorpresa. Tanti chiavi di lettura per un pezzo che si inserisce nel progetto artistico che Emmanuel porta avanti fin da bambino, quando rimase folgorato dalla musica di Lucio Dalla e J-Ax.
Perché hai scelto di dedicare un pezzo a Banksy? La sua opera preferita e perché? Pensi che prima o poi rivelerà la sua identità?
Ciao a tutti! Innanzitutto grazie per lo spazio. Diciamo che Banksy è un pò un simbolo della nostra generazione e mi sono permesso di utilizzarlo come metafora per esprimere questo sentimento di sorpresa per un apparizione improvvisa. Non credo che si rivelerà mai, fa parte della sua arte rimanere anonimo, le sue opere più belle sono tante: la ragazza che abbraccia la bomba, l’hula hoop fatto con la ruota rubata della bici abbandonata, gli amanti che si baciano guardando il cellulare, il lancio del mazzo di fiori, sono tutte opere cariche della stessa ironia amara accompagnata da un velo di nostalgia, sentimenti che io ho in continuazione dentro di me e che provo a trasmettere nei miei brani. Anche se in assoluto il capolavoro, per me, è la tela che si autodistrugge nello stesso momento in cui viene battuta all’asta!
Il pezzo ha diverse chiavi di lettura, ce le spieghi?
Si, il brano ha diversi strati di interpretazione, sicuramente il filo conduttore è il forte sentimento di sorpresa che si può provare di fronte all’apparizione inaspettata di un opera d’arte in strada, appunto come quelle di Banksy. Da quì si aprono varie strade, perché parlando al femminile, c’è da capire chi é che è apparsa all’improvviso come un pezzo di Banksy… forse semplicemente una ragazza, forse la musica, o forse qualche evento che fa crescere e fa capire all’improvviso tante cose della vita (sostantivo femminile), passando da ragazzino ad adulto!
Nella tua biografia mi ha colpito che hai incontrato la musica in infanzia grazie a Dalla e gli Articoli 31. Che brani? Cosa ti ha colpito di loro?
Forse i primi brani in assoluto sono stati Attenti al Lupo di Dalla e Tranqi Funky degli Articoli 31 (era il ’96, anno di uscita dell’album Così com’è). Credo che del cantautorato di Dalla mi colpì la profondità di determinati sentimenti (“un omino piccolo così, con un cappello piccolo così, con dentro un sogno da realizzare”… è difficilissimo esprimere così tanto con così poche e semplici parole), mentre degli Articolo 31 ero stupito dalla velocità e dell’efficacia di comunicazione, che cominciava a diffondersi con il nome di rap.
Sei attivo sulla scena da quasi venti anni, con molte esperienze dal vivo. Quale è quella che porti di più dentro il cuore?
È difficile risponderti a questa. Potrei dirti l’apertura del concerto di Vacca e TwoFingers per il numero di persone (diverse migliaia sotto il palco, mi si seccò la gola avanti al microfono quando vidi quella folla); potrei dirti l’apertura del concerto di Brusco che cantò insieme a noi su una nostra produzione; potrei dirti anche l’apertura del concerto di Kaos, che per la mia generazione è stato tra i fondatori del rap italiano; ma forse la più bella è stata l’esibizione sul palco del primo maggio a Perugia, la mia città di adozione dove sono cresciuto artisticamente prima di trasferirmi a Milano.
Come è nato il tuo progetto solista e quali sono i tratti distintivi di questo?
Il progetto nasce dall’esigenza di esprimermi in libertà, curando tutto a 360° ed avendo autonomia in tutte le fasi del processo come dicevo prima una costante che distingue i miei brani è sicuramente l’ironia, accompagnata da questo velo di nostalgia (far riflettere su cose “amare” ma strappando un sorriso). Comunque contestualmente sono attivo in altri progetti come ad esempio un duo in stile più “Urban” e un gruppo in stile “Crossover”… perché la musica è bella in tutte le sue sfaccettature!
Cosa dobbiamo aspettarci dopo questo pezzo?
Altri pezzi! Sono ironico ma sincero, nel senso che io sono molto produttivo, proprio perché scrivo per l’esigenza di farlo… ho decine e decine di brani che forse non vedranno mai la luce… questo perché nel frattempo ne scrivo altri, che sento che mi rappresentano meglio rispetto a quelli precedenti (e magari non fanno in tempo ad essere pubblicati, perché ne scrivo ancora di nuovi)!