Bella da morire, recensione: Capotondi e Lante della Rovere, due donne per le donne

Bella da morire, recensione: Capotondi e Lante della Rovere, due donne per le donne

Bella da morire è un crime targato Rai Fiction che vede come protagoniste Cristiana Capotondi e Lucrezia Lante della Rovere: l’universo delle donne – e dei femminicidi – difeso dall’ispettrice Eva Cantini e dal Procuratore Capo Giuditta Doria.

Bella da morire: Gioia Scuderi non è scappata

Eva Cantini (Cristiana Capotondi), ispettrice di polizia, torna nella sua città natale – Lagonero –  per dare una mano alla sorella Rachele (Benedetta Cimatti) visto che la ragazza è una giovane mamma single che sta vivendo un momento particolarmente difficile. Eva ha un carattere spigoloso e si troverà subito a scontrarsi con i suoi nuovi colleghi: il Questore Festi, l’ispettore e nuovo partner lavorativo Marco Corvi (Matteo Martari) nonché il Procuratore Capo Giuditta Doria (Lucrezia Lante della Rovere). Quando poi Claudio Scuderi (Paolo Sassanelli) si presenta per denunciare la scomparsa della figlia Gioia (Giulia Arena), aspirante showgirl, Eva sembra essere l’unica a intuire che non si tratta di una semplice sparizione. L’ispettrice infatti ha seguito molti casi di femminicidio nella sua carriera e sa per certo che le donne scomparse, purtroppo, non scappano mai volontariamente.

Bella da morire: le tre donne che cercheranno di fare luce sulla morte di Gioia Scuderi: l'ispettrice Eva Cantini (Cristiana Capotondi), il Procuratore Capo Giuditta Doria (Lucrezia Lante della Rovere) e il medico legale Anita Mancuso (Margherita Laterza) ©foto Maria Marin
Le tre donne che cercheranno di fare luce sulla morte di Gioia Scuderi: l’ispettrice Eva Cantini (Cristiana Capotondi), il Procuratore Capo Giuditta Doria (Lucrezia Lante della Rovere) e il medico legale Anita Mancuso (Margherita Laterza) ©foto Maria Marin

Il capitano Eva Cantini

In Bella da morire Cristiana Capotondi interpreta il ruolo di un’ispettrice poco socievole ed accomodante. Eva Cantini può risultare arrogante, eppure sin dalle prime battute si percepisce che in realtà è una donna che nasconde un dolore profondo. A descrivere con lucidità il maggior difetto del personaggio è il Procuratore Capo Doria, nel corso di uno dei loro primi incontri-scontri: “Rispetto non significa gerarchia […], significa smettere di pensare che tu sei la più brava e gli altri no”. Il capitano Cantini sembra tuttavia destinato ad evolversi, a ‘scaldarsi’ e a far emergere i suoi lati più dolci. A stimolare la sua potenziale dolcezza ci sono un nipote cui manca la figura paterna, una sorella in difficoltà, un collega tanto verace quanto affascinante e ovviamente il suo profondo desiderio di giustizia per tutte le vittime di femminicidio.

Il Procuratore Capo Giuditta Doria

Lucrezia Lante della Rovere veste invece i panni di  un donna fortemente emancipata, appassionata, apparentemente superba ma in realtà semplicemente sicura di sé. Si capisce subito che la sua vita privata è stata sempre messa in secondo piano per lasciare spazio alla carriera. Lei stessa ammette di non aver avuto tempo per i figli, di lavorare 12 ore al giorno e di non riuscire nemmeno ad andare in palestra. A casa ha un marito consapevole del suo ordine di priorità: resta da capire se questa condotta, alla lunga, non le causerà problemi personali più seri.

Cristiana Capotondi e Lucrezia Lante della Rovere, protagoniste di "Bella da morire" ©foto Maria Marin
Cristiana Capotondi e Lucrezia Lante della Rovere, protagoniste di “Bella da morire” ©foto Maria Marin

Femminicidio: una fiction dagli intenti chiari

La fiction diretta da Andrea Molaioli appartiene al genere crime investigativo e intende sensibilizzare su un tema tristemente attuale come quello dei femminicidi. Bella da morire invita a non nascondere la testa sotto la sabbia. Al contrario, il messaggio che passa è che nella maggior parte dei casi le donne non scappano. Semmai, diventano vittime di uomini che conoscono solamente il linguaggio della violenza. Tuttavia le mille sfumature di un tema così delicato non sempre riescono a passare con la giusta naturalezza. Alcuni passaggi appaiono un po’ artefatti, volti più che altro ad evidenziare dati e statistiche. Poco male, perché per il resto il crime rimane ben centrato e le indagini condotte da queste due donne forti – aiutate dall’irruento ispettore Corvi e dal medico legale Anita Mancuso (Margherita Laterza) – si preparano ad intrattenere il pubblico di Rai1 in modo pulito e autorevolmente “rosa”.

Bella da morire: Cristiana Capotondi e Matteo Martari in una scena ©foto Maria Marin
Cristiana Capotondi e Matteo Martari in una scena ©foto Maria Marin

Bella da morire arriva su Rai 1 a partire da domenica 15 marzo per 4 prime serate. Da un soggetto di Filippo Gravino, Flaminia Gressi e Davide Serino, si tratta di una produzione Cattleya in collaborazione con Rai Fiction.

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