Bassifondi, recensione: i fratelli D’Innocenzo si immergono sul fondo della società

Bassifondi - Gabriele Silli e Romano Talevi (foto di Angelo Turetta)

La recensione di Bassifondi, il debutto alla regia dell’artista visuale Trash Secco scritto dai fratelli D’Innocenzo: un viaggio nelle profondità degli abissi sociali, attraverso il racconto di un amore fraterno

Raccontare gli ultimi, i diseredati, quelli che vivono ai margini della società e che incontriamo ogni giorno per le strade, in questo caso stando attaccati a due senzatetto nel loro peregrinare attraverso una Roma fredda e cupa come non mai. Bassifondi, scritto dai fratelli D’Innocenzo, è un film sporco, respingente nei luoghi che racconta e nei personaggi che li popolano ma che non disdegna una svolta quasi liricista e poetica nel finale.

Due anime allo sbando

Romeo (Gabriele Silli) e Callisto (Romano Talevi) sono due senzatetto che abitano sugli argini del Tevere, al centro di Roma. Fisicamente e caratterialmente opposti, vivono di espedienti quotidiani, ma i loro modi distruttivi e ostili verso la società “al di sopra” del fiume creano situazioni di costante conflitto. Immersi in una spirale discendente di follia negativa, il loro rapporto cambia quando Romeo si ammala e Callisto lo accudisce dimostrando il suo profondo affetto.

Bassifondi – Gabriele Silli – Romano Talevi (foto di Angelo Turetta)

Amici nemici

C’è un costante conflitto che permea tutto il rapporto tra Romeo e Callisto, e che in qualche modo si riflette nel mondo raccontato in Bassifondi. La loro relazione è il motore drammaturgico e tematico della pellicola, ed è una relazione legata ad una profonda differenza caratteriale e di vissuto. Romeo è il sottomesso della coppia, alto e taciturno, di poche parole ma ficcanti, con un profondo dolore che si porta dentro da quando l sua famiglia lo ha abbandonato al proprio destino; Callisto invece è il dominatore, non smette quasi mai di parlare, esterna le emozioni, gli insulti, la rabbia, la frustrazione. Entrambi si ritrovano a doversi accudire a vicenda, facendo fronte al disinteresse degli altri o al malcelato disprezzo che la società “alta” nutre nei loro confronti. È proprio questo loro rapporto così contraddittorio all’apparenza il motivo d’interesse maggiore di Bassifondi, un film che racconta continuamente di un movimento di lotta interno ed esterno, di opposti che non si attraggono ma che sono costretti a convivere assieme, di una codipendenza che neanche la morte riuscirà davvero a spezzare.

Bassifondi – Romano Talevi (Foto di Angelo Turetta)

Scendere all’inferno

A differenza di molto altro cinema che si illude di raccontare la sporcizia “ripulendola” dalla sua natura repellente, Bassifondi si immerge in un mondo di spazzatura vero, di infernale raccapriccio, un mondo che esiste al di sotto di noi ma che ci rifiutiamo di vedere o di accettare ogni giorno. Il regista Trash Secco lavora di camera a mano, di dettagli e di primi piani atti a squarciare il velo della diffidenza, si attacca ai suoi due protagonisti così come fa la sceneggiatura dei fratelli D’Innocenzo e non li lascia mai andare. Nella sua discesa sempre più radicale verso un abisso di laida umanità Bassifondi trova solo nel finale il guizzo della poesia, di un’inquadratura quasi salvifica che possa redimere Romeo e Callisto dal loro doloroso e infinito vagare alla ricerca di qualcosa, di sé stessi o forse solo di un momento di serenità. “Non ho nulla, ma non mi manca niente” afferma ad un certo punto Callisto, e noi cominciamo a chiederci se sia davvero così.

Bassifondi- Gabriele Silli (foto di Angelo Turetta)

Un tocco meno aggressivo

Forse però a Bassifondi avrebbe anche fatto bene un tocco meno aggressivo, soprattutto nell’utilizzo dei dialoghi e delle parole. L’impressione è che i D’Innocenzo abbiano ancora una volta caricato troppo la mano, facendosi magari prendere da questi due personaggi, e che l’impianto narrativo arrivi ad essere in alcuni momenti artificioso. È un po’ un vizio ricorrente quello dei D’Innocenzo il voler esagerare, sovraccaricare la struttura, le intenzioni o la veridicità della parola, ma qui forse sarebbe stato più giusto lavorare sui non detti, su un senso di rabbia e di oppressione martellante che si esprime mano a mano, sui volti piegati dalla malattia e dal senso di inadeguatezza. Inoltre, in un film che racconta l’emarginazione nella sfera del privato, attraverso gli occhi di due ultimi come tanti ma diversi allo stesso tempo, Bassifondi si dimentica o forse sceglie di ignorare il mondo di sopra, le connotazioni politiche, il grande paradosso di chi vive circondato da tanta bellezza e maestosità sneza poterne godere, ma dovendola abitare come una prigione. Romeo e Callisto sono figli di una Roma che non li conosce, di una lupa che non li ha mai allattati, di una madre crudele e indifferente, ma tutto questo lo si avverte un po’ poco.

Bassifondi. Regia di Trash Secco con Gabriele Silli e Romano Talevi, in uscita giovedì 15 giugno distribuito da Cloud 9 Film.

VOTO:

Tre stelle

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