Ancora auguri per la tua morte è un prodotto originale ed efficace che attraverso la protagonista riesce a fare del loop temporale, ancora una volta la sua chiave vincente.
Un loop continuo
Ancora auguri per la tua morte è il seguito della sorpresa del 2017 di Blumhouse (Split, Scappa – Get Out, La notte del giudizio), un grande successo pieno di colpi di scena e svolte comiche. Questa volta, la nostra eroina Tree (Jessica Rothe) scopre che morire di continuo sarà sorprendentemente più facile dei pericoli che la attendono. Il film ha un andamento ciclico nei tempi e nella narrazione, sfruttando abilmente le situazioni surreali del primo film per esasperare ancora di più l’incipit di partenza: il loop temporale in cui è incastrata la protagonista, costretta a rivivere lo stesso giorno fino al momento della sua morte, per mano di un serial killer impazzito. I personaggi che coabitano in questo spazio saturo di scienza, citazionismo e una sana dose di ironia a tinte pop, fungono da aiutanti per la nostra “eroina” che dopo le disavventure del primo capitolo si ritrova catapultata di nuovo in questo circolo vizioso multiversale che scuoteranno la sua coscienza, mettendo a rischio non solo se stessa ma tutto il mondo.
Temporalità e narrazione
Il film vuole essere un punto d’esempio e un esperimento interessante per dimostrare come attraverso la ripetitività e il ritmo scaturiti dal montaggio e dalla narrazione si possa mostrare al cinema un discorso continuo che strizza l’occhio al film precedente ma procede per una sua strada. Manca l’originalità dell’idea questo è certo ma gli sceneggiatori sono stati abili a sfruttare gli elementi del primo film per creare un paratesto coinvolgente e discreto in cui muoversi e agire in linea con la storia principale. Lo spettatore, come la protagonista rivivrà più volte la stessa situazione, attraverso re-cut continui che creeranno infinite possibilità di visione e ricezione, immedesimandosi e provando empatia, come se anch’esso si trovi all’interno di questo assurdo loop scientifico.
Back to the multi-verse
Rispetto al primo film vediamo una Tree completamente diversa, da insensibile reginetta delle stronze troviamo una sfortunata eroina che con tutta la sua tenacia dovrà vedersela con i misteriosi schemi della scienza, tra matematica, fisica, astronomia e tecnologia, senza mai dimenticare l’assassino che vuole ucciderla. con cui non metterà solo alla prova se stessa ma anche tutto il mondo. A fare da sfondo vi è una vicenda semplice che non vuole espandersi oltre ma rimanere tra le mura scolastiche, con personaggi stereotipati in confronto al percorso evolutivo e motivazionale compiuto dalla protagonista che avvia un vero e proprio back to the multi-verse in cui nulla è come sembra.
L’approccio di genere
Ancora auguri per la tua morte si configura con le dinamiche del tee-movie per approdare in un’universo di genere più vasto che sfrutta sapientemente il loop temporale per colorare la vicenda di tinte horror senza affrontare adeguatamente una caratterizzazione efficace dei personaggi se non della protagonista che resta il vero asso vincente. La figura del killer è un fantoccio solamente necessario allo svolgimento, date le molteplici possibilità offerte dal loop esso può essere la tua migliore amica, il tuo ragazzo o il tuo amante. L’uomo dietro la maschera quindi è molteplice, nelle rispettive facce e personalità ma un lato oscuro è sempre presente anche se nascosto, aspettando di emergere per spargere sangue e terrore, nelle infinità possibilità di un multiverso sfaccettato e ambivalente.
Ancora auguri per la tua morte è uscito nelle sale il 28 febbraio, distribuito da Universal Pictures. Diretto da Christopher Landon con Jessica Rothe, Israel Broussard e Ruby Modine.