Dal 12 al 22 dicembre al Teatro Brancaccino di Roma After the End di Dennis Kelly con Miriam Galanti e Federico Rosati, regia di Marco Simon Puccioni, musiche di Pivio.
After the End, di Dennis Kelly – autore britannico di cinema (Black Sea), televisione (Utopia, Spooks) e per il suo teatro da “schiaffi in faccia” (Orphans, DNA, Osama the Hero, Love and Money) –, rappresentata per la prima volta nel 2005 al Traverse di Londra, potrebbe essere definita come una pièce claustrofobica venata di humor nero.
La trama: c’è stata un’esplosione, probabilmente nucleare, forse un attacco terroristico, che ha ucciso migliaia di persone e distrutto la città. Mark è riuscito a salvare Louise trascinandola inconscia nel suo rifugio antiatomico privato. Mark si era preparato al peggio e ha tutto ciò che pensa di aver bisogno per sopravvivere: cibo piccante in scatola, Dungeons and Dragons e un coltello.
Una volta dentro al rifugio, tutto quello che Mark e Louise possono fare è aspettare finché non sia sicuro uscire. Nell’attesa, però, si scatenano gli aspetti più torbidi dell’animo umano e tra Mark e Louise si instaura una lotta per l’amore e il potere in cui vittima e carnefice si scambiano continuamente i ruoli. Riusciranno a sopravvivere all’attacco? Riusciranno a sopravvivere l’uno all’altro?

Kelly sembra avere una grande abilità nel comprendere gli stili di vita contemporanei ed è implacabile nel smontare tutti gli schemi e le difese che ci proteggono e ci ingabbiano. Nelle sue opere i valori tradizionali sono in crisi e in un mondo in cui amore e denaro sono diventati equivalenti i punti di riferimento appaiono instabili e i personaggi devono lottare per restare umani.
In After the End, una delle sue opere più riuscite, il dialogo ha un tono leggero e all’inizio, a dispetto della situazione, i personaggi rendono la commedia quasi comica. La cosa non dura molto perché Mark, da proprietario del rifugio, si sente autorizzato a dettare le regole del gioco e a imporre a Louise di fare ciò che desidera razionando il suo cibo. Quando la costringe a giocare a Dungeons and Dragons “per il suo bene” la coercizione si intensifica e si trasforma in un gioco al massacro.
Mark è un nerd, geniale e perverso, passivo e aggressivo. Louise è bella, inconsapevole, gentile e arrogante, vendicativa e compassionevole. I due personaggi sono infatti un insieme di contraddizioni che ci permette di partecipare al loro crescendo delirante anche quando vorremmo scappare. L’amore che comunque determina l’azione, non corrisposto, prende le vie perverse della rabbia e della vendetta.
I gesti, la mimica, il movimento degli attori passano dalla convenzione delle buone maniere a quella selvaggia della sopravvivenza. Le parole, prima gentili e amichevoli, diventano dure e aggressive. Il silenzio domina la scena interrotto dal “rumore bianco” della radio che non trova una stazione su cui sintonizzarsi per trovare musica o notizie. La musica extra-diegetica non ha posto in questa messa in scena se non nell’introduzione e nel finale, dove può accompagnare il sentimento di smarrimento dei punti di riferimento a cui il testo punta con la sua scrittura essenziale ed estrema.
Una messa in scena essenziale, pochi elementi di arredo per il rifugio e solo due attori in scena, ma con dialoghi dal ritmo serrato e duro che mano a mano spogliano i personaggi mettendo a nudo le loro paure e fragilità.
Il luogo è unico e molto caratterizzato, ovvero una stanza di cemento sotterranea circolare, senza finestre e senza uscite fatto salvo per un oblò posta nella sommità della volta raggiungibile con una scala di ferro. Gli arredi sono minimali: un letto a castello, un tavolo e una sedia, la toilette è fuori vista, un grande contenitore in metallo sotto il letto. Anche gli oggetti di scena sono essenziali: un coltello, scatolette di cibo, le carte per giocare a Dungeons and Dragons.
Scene, luci e costumi, a parte la scena finale solare che si stacca completamente dal resto della messa in scena, tendono ad una essenzialità monocromatica da cui si distinguono i colori tenui e autunnali dell’abbigliamento e la danza dei corpi degli attori.
La stagione 2019-2020 del Teatro Brancaccino dal 10 ottobre.
MIRIAM GALANTI FEDERICO ROSATI
“AFTER THE END” DI DENNIS KELLY
MUSICHE ORIGINALI PIVIO
SCENE ANDREA D’URSO | COSTUMI LUCIA MARIANI | DISEGNO LUCI PAOLO FERRARI
REGIA: MARCO SIMON PUCCIONI
PRODUZIONE DREAMMOVIES-INTHELFILM
ORGANIZZAZIONE GIAMPIETRO PREZIOSA
12-22 DICEMBRE 2019
TEATRO BRANCACCINO
Indirizzo
Via Merulana, 244 – 00185 Roma
Mail
botteghino@teatrobrancaccio.it
Telefono
06 80687231
ORARI SPETTACOLO
