Ada (Unclenching the Fists), recensione del film di Kira Kovalenko presentato a Cannes

Ada (Unclenching the Fists) - Milana Aguzarova
Ada (Unclenching the Fists) - Milana Aguzarova

La recensione di Ada (Unclenching the Fists), il film di Kira Kovalenko presentato al Festival di Cannes 2021, dove si è aggiudicato il premio Un certain regard

Verso la libertà

A Mizur, un piccolo paese sulle montagne dell’Ossezia settentrionale, vive la famiglia di Zaur (Alik Karaev): due figli maschi e la sua unica figlia femmina. Per lui è praticamente impossibile vedere la linea che separa la preoccupazione paterna dall’iperprotezione. Il figlio maggiore, Akim (Soslan Khugaev), è già scappato nella città più vicina per trovare lavoro. Il più giovane, Dakko (Khetag Bibilov), non è ancora del tutto sicuro di cosa voglia dalla vita, mentre la figlia di mezzo, Ada (Milana Aguzarova), sta pianificando la propria fuga. Liberarsi dalla stretta paterna per intraprendere finalmente una vita adulta si rivelerà però più difficile di quanto si sarebbe mai aspettata.

Società maschilista

La protagonista di Ada (Unclenching the Fists), che ha il volto di Milana Aguzarova, deve fare i conti con una società ancora molto maschilista: la sua vita è piena di uomini nocivi come il suo corteggiatore o lo stesso padre. È così che la pellicola raffigura la società dellaRussia contemporanea: nemmeno l’amore e la famiglia sono in grado di offrire sicurezza. Il racconto che ne deriva, sebbene non possegga sempre la giusta mano ferma, non fa sconti a nessuno e tenta di offrire uno spaccato inclemente. Peccato però che l’unica figura femminile, quella della giovane Ada, non sia in grado di prendere una decisione netta.

Ada (Unclenching the Fists) - Milana Aguzarova
Ada (Unclenching the Fists) – Milana Aguzarova

Chi è il nemico

Ada anela la libertà e suo padre sembra volergliela negare ad ogni costo, continuando a trattarla come una ragazzina indifesa. Ma da cosa esattamente vuole difenderla? La vicenda familiare si allarga così dal singolo alla collettività, perdendo parte della sua spinta. Ada stessa fa fatica in alcuni passaggi a gestire l’immenso carico emotivo. Il tutto è reso da inquadrature nervose, a volte anche disturbanti, che alternano primi piani a scenari più ampi. Da un punto di vista cromatico, il rosso sottolinea il forte disagio di alcune situazioni. Liberatorio, tuttavia, il finale ricco di speranze e prospettive.

Da Marco Bellocchio al Neorealismo italiano

Kira Kovalenko ricorre alla sua giovane protagonista come portavoce della condizione femminile nel suo Paese. Se questo intento può certamente ritenersi apprezzabile, purtroppo Ada (Unclenching the Fists) non sempre riesce a tenere il punto. La pellicola non possiede l’innata forza di altri titoli di questo genere e non arriva al cuore del suo messaggio. La Kovalenko ha ammesso di essersi ispirata a I pugni in tasca di Marco Bellocchio (da qui il sottotitolo) e al neorealismo italiano in generale, con particolare riguardo per il lavoro di Vittorio De Sica. Precedenti di tutto rispetto, cui la cineasta non riesce del tutto ad avvicinarsi.

Ada (Unclenching the Fists), vincitore della sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes, arriva nelle sale il 14 luglio distribuito da Movies Inspired. Diretto da Kira Kovalenko, il cast è formato da Milana Aguzarova, Alik Karaev, Soslan Khugaev, Khetag Bibilov, Arsen Khetagurov e Milana Pagieva.

VOTO:
3 stelle

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