Abbi fede è una black comedy in cui convivono stili e toni completamente diversi, non sempre con il giusto equilibrio: la recensione del film in cui Claudio Amendola e Giorgio Pasotti, che cura anche la regia, mettono in scena una lotta sui generis del bene contro il male.
La speranza di padre Ivan
Ivan (Giorgio Pasotti, che cura anche la regia) è un sacerdote con una fortissima fede in Dio e nell’uomo. Per lui anche la creatura più ignobile può redimersi e, sebbene il demonio metta continuamente alla prova l’uomo, quest’ultimo può sempre riuscire a trovare la forza per vincere. Le sue incrollabili convinzioni vengono però messe alla prova dall’arrivo di Adamo (Claudio Amendola), un neofascista con un passato fatto di violenza e crimini. L’uomo viene assegnato alla sua comunità di recupero e, spinto dal sacerdote a prefissarsi un obiettivo da raggiungere, sceglierà la preparazione di uno strüdel di mele. Tale promessa diventerà l’occasione per un teso braccio di ferro tra una visione positiva e una negativa del mondo, il tutto accompagnato dallo sguardo allucinato degli altri membri della comunità: l’ex sciatore alcolizzato Gustav (Robert Palfrader), la problematica – e incinta – Sara (Gerti Drassl) e l’ex-terrorista Khalid (Aram Kian).
Coralità e speranza
La coralità di Abbi fede (qui il video incontro con i due protagonisti Amendola e Pasotti) ha l’intento di creare una commedia dolceamara – o black comedy, che dir si voglia – che riflette sulla necessità prettamente umana di conservare la speranza. Senza di essa, come si può andare avanti? Padre Ivan non può farcela e proprio sulla scoperta del passato che l’ha portato ad essere la guida spirituale che è diventato si gioca gran parte del film. Più la pellicola scava in questa direzione e più compaiono elementi di contaminazione. Dalla commedia al dramma, passando per il grottesco e l’umorismo nero, va apprezzato lo sforzo di dare ricchezza alla storia inserendo elementi contrastanti (seppur questi non sempre sembrino bilanciati o sotto controllo). Lo scontro tra i personaggi si ritrova anche nei più piccoli elementi della trama: una porta che sbatte o una mela dimenticata spesso hanno un valore più profondo di ciò che potrebbe sembrare ad un primo sguardo. Peccato però che a volte gli schemi stilistici tendano a saltare.
Il bene contro il male
La pellicola cerca di mostrare l’eterna lotta del bene contro il male riportandola in un ambiente fatto di quotidianità, convivenza e rivincita personale. I personaggi sono molto umani, pronti a cadere ma anche a rialzarsi, mostrando così che la vittoria tra bene e male non è mai netta o definitiva. Ne è una dimostrazione il personaggio interpretato con successo da Claudio Amendola, nel quale la dicotomia non potrebbe essere più evidente. Come in un incontro di boxe (paragone fatto dallo stesso Pasotti), Adamo sembra trionfare ma poi cambia, vacilla, capitola. Non sono esenti dal discorso nemmeno gli altri ospiti della comunità: padre Ivan crede che ciascuno abbia abbandonato i propri demoni, eppure loro appaiono ancora ben lontani dalla salvezza.
Le mele di Adamo
Abbi fede è basato sul film del 2005 Adams Aebler (Le mele di Adamo, appunto), scritto e diretto da Anders Thomas Jensen. Pasotti ha voluto sottolineare visivamente le differenze dei suoi due protagonisti, facendo ricorso ad ogni mezzo: le inquadrature, i colori, la musica. Ogni elemento contribuisce a connotare Adamo come personaggio negativo (inquadrature dal basso, ombre nette, musiche classiche) e Ivan come personaggio positivo (inquadrature equilibrate, toni chiari quasi senza contrasto che richiamano le pitture di Norman Rockwell). La contaminazione tuttavia è la chiave di lettura più puntuale da utilizzare per questo film sui generis, da apprezzare per alcuni versi e da rigettare per altri. Gli equilibri non sempre tengono e il grottesco fa particolarmente fatica a convincere, per una pellicola che probabilmente lascerà una bella fetta di pubblico tra l’attonito e il perplesso.
Abbi fede rientra nel progetto La Rai con il cinema italiano ed è disponibile su RaiPlay dall’11 giugno.