A Different Man, recensione: Sebastian Stan in un profondo e sconvolgente thriller psicologico

A Different Man - Adam Pearson (foto Matt Infante)
A Different Man - Adam Pearson (foto Matt Infante)

La nostra recensione di A Different Man, il nuovo thriller psicologico della A24 che esplora identità e ossessione, con un magistrale Sebastian Stan premiato con il Golden Globe e alla Berlinale

Da The Elephant Man di David Lynch a Dietro la maschera di Peter Bogdanovich, sono tanti i capolavori richiamati da A Diffent Man, il terzo lungometraggio del regista e sceneggiatore Aaron Schimberg, che confeziona un thriller psicologico (con elementi di dark comedy) carico di simboli e riflessioni sull’identità e l’aspetto esteriore.

L’opera di Schimberg, candidata agli Oscar 2025 per miglior trucco e acconciature, ha visto il suo magnifico protagonista Sebastian Stan premiato sia con il Golden Globe che con l’Orso d’argento alla Berlinale 2024. Lo affiancano Renate Reinsve, migliore attrice a Cannes per La persona peggiore del mondo, e Adam Pearson, l’attore attivista per i diritti dei disabili alla sua seconda collaborazione con il regista dopo Chained for Life.

A Different Man - Sebastian Stan (foto Matt Infante)
A Different Man – Sebastian Stan (foto Matt Infante)

Dall’ombra alla luce

Il timido protagonista di A Different Man, Edward (Sebastian Stan), ha ormai imparato a sue spese quanto sia importante nascondersi dallo sguardo altrui ed evitare di mettersi in mostra. L’uomo è infatti affetto da neurofibromatosi facciale, condizione che comporta importanti deformazioni del volto e che ha inevitabili ripercussioni negative sulla sua vita sociale, spesso deriso o evitato a causa del suo aspetto fisico. La sua carriera da attore non riesce a decollare perché ingaggiato solamente per recitare in spot di sensibilizzazione.

Le cose cambiano quando la drammaturga Ingrid (Renate Reinsve) si trasferisce nell’appartamento vicino ad Edward, facendolo subito innamorare. L’uomo prova quindi di intraprendere un percorso di cura sperimentale, scoprendo con sua immensa sorpresa l’efficacia dei farmaci assunti, decidendo di inscenare la propria morte e trasformandosi così in Guy, playboy e agente immobiliare di successo. Proprio quando crede che la sua vita si sia  trasformata grazie al nuovo volto, l’arrivo di Oswald (Adam Pearson), un personaggio affetto da neurofibromatosi loquace e sicuro di sé, sconvolgerà ogni aspettativa e porterà a nuove crisi d’identità.

A Different Man - Renate Reinsve e Sebastian Stan (foto Matt Infante)
A Different Man – Renate Reinsve e Sebastian Stan (foto Matt Infante)

Diventare “un uomo diverso”

A Different Man esplora il tema dell’identità in modo estremamente originale, come pochi film hanno saputo fare. Grazie all’espediente di Edward e della sua patologia, Schimberg esplora la psiche di una persona condizionata dal pensiero della società, al punto da mettere in discussione la percezione che ha di sé e da desiderare di rivoluzionare il proprio aspetto per ottenere la tanto agognata accettazione sociale. Cambiare i propri connotati è però sufficiente ad essere percepito dagli altri come “a different man”? E così facendo non si rischia di perdere per sempre ciò che contribuiva a definire la propria identità? Vale davvero la pena sottoporsi a cambiamenti irreversibili se poi il rischio è quello di pentirsene?

Queste le domande che provoca la visione del film, riflessioni attualissime in una società condizionata totalmente dall’estetica e dall’esteriorità, in cui è sempre più frequente ricorrere a interventi chirurgici per assecondare irraggiungibili e innaturali canoni estetici, con il rischio di perdere caratteristiche peculiari della propria persona. Per questo motivo la pellicola critica l’ossessione della società per l’apparenza e deride il desiderio di approvazione del protagonista attraverso una satira pungente e perspicace.

A Different Man - Adam Pearson e Sebastian Stan (foto Matt Infante)
A Different Man – Adam Pearson e Sebastian Stan (foto Matt Infante)

Simbolismi e illusioni di rinascita

Le scelte narrative del regista sono cariche di simboli che sottolineano l’importanza per Edward di essere accettato. Il buco sul soffitto del suo appartamento, che si allarga al punto di lasciar passare la carcassa di un topo, potrebbe far pensare ad un processo di rinascita attraverso la sofferenza. Se non fosse per il fatto che l’insetto che Guy trova nel suo caffè, provocando grande disgusto e repulsione, dimostra invece che si trattasse solamente dell’illusione di un miglioramento e che la scelta del protagonista non potesse essere priva di conseguenze.

Ricorrenti nel film anche l’immagine dell’uomo statua, potente metafora di una società immobile la cui unica funzione è quella di giudicare, e la maschera di Edward, sinonimo del suo desiderio di volersi celare dietro ad un’identità perduta. Altri aspetti lodevoli di A Different Man sono la colonna sonora del compositore Umberto Smerilli e la fotografia in Super 16 millimetri del direttore Wyatt Gardfied, senza dimenticare l’incredibile trucco protesico curato da Michael Marino, estremamente realistico e dettagliato, che ha fatto guadagnare al film la sua unica candidatura agli Oscar.

Sorprende invece la mancata nomination, nonostante il Golden Globe vinto, al magistrale Sebastian Stan, forse alla miglior performance della sua carriera, in grado di cogliere le incertezze e le fragilità psicologiche di un uomo in conflitto con la propria essenza interiore, presenti anche nel suo alter-ego dall’aspetto normale.

A Different Man - Sebastian Stan, Renate Reinsve e Adam Pearson (foto Matt Infante)
A Different Man – Sebastian Stan, Renate Reinsve e Adam Pearson (foto Matt Infante)

Un film che fa riflettere

L’ultimo gioiello della A24 – casa di produzione indipendente che raramente delude – trasporta lo spettatore dentro all’inquietante incubo del suo protagonista, attraverso un ritmo vertiginoso che rispecchia la sua evoluzione psicologica. Il tono da commedia nera che caratterizza l’inizio della storia lascia inaspettatamente spazio ad un retrogusto dolceamaro e a un grande senso di spaesamento e tristezza, grazie a un colpo di scena che cambierà le sorti dei personaggi. A Diffrent Man è un film diverso e originale e dall’atmosfera coinvolgente, in grado di indirizzare verso riflessioni profonde sull’individualità e di cambiare la propria percezione delle relazioni umane.

TITOLO A Different Man
REGIA Aaron Schimberg
ATTORI Sebastian Stan, Renate Reinsve, Adam Pearson, Lawrence Arancio, Neal Davidson, Juney Smith, Christopher Spurrier
USCITA 20 marzo 2025
DISTRIBUZIONE Lucky Red e Universal Pictures International Italia

 

VOTO:

Quattro stelle

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